Mountain Warfare, simulazione di guerra in Trentino Alto Adige
Simulazione di guerra in Trentino Alto Adige: la Mountain Warfare trasforma le vette alpine in un palcoscenico di addestramento militare unico

Tra le vette del Trentino Alto Adige, zone che solitamente richiamano turisti ed escursionisti, si aprirà uno scenario molto diverso: Per cinque giorni, tra boschi e vallate, le Truppe Alpine dell’Esercito saranno impegnate in una complessa simulazione di guerra in alta quota, parte di un progetto che coinvolge anche la Nato. L’obiettivo è riprodurre condizioni estreme di combattimento, sfruttando il contesto montano come terreno di addestramento unico e altamente impegnativo.
Che cos’è la Mountain Warfare e perché è così impegnativa
Con il termine Mountain Warfare si intende un insieme di tecniche e strategie militari sviluppate per operare in territori impervi come quelli alpini. Combattere in montagna comporta rischi che vanno oltre lo scontro con il nemico: condizioni meteorologiche imprevedibili, altitudini elevate, ghiaccio e frane sono nemici naturali che richiedono preparazione specifica. Non a caso, diversi Paesi hanno creato reparti dedicati a questo tipo di scenario, dall’Italia con il Corpo degli Alpini, fino a Stati come Austria, India, Francia o Stati Uniti.
Storicamente, le catene montuose hanno rappresentato linee di confine naturali e spesso strategiche per il controllo delle risorse idriche e, proprio per la complessità del terreno, un attacco in queste aree necessita di un numero di militari molto superiore rispetto a chi difende, cosa che ha reso la montagna un ambiente tattico particolarmente complesso. Vanno allenate, quindi, non solo la resistenza fisica, ma anche le conoscenze alpinistiche e capacità logistiche che per imparare a muoversi e sopravvivere in condizioni proibitive.
In questo contesto si inserisce l’esercitazione denominata “Extreme Patrol”, organizzata in Trentino Alto Adige. L’iniziativa metterà alla prova dodici pattuglie composte da rocciatori militari, impegnati a confrontarsi con prove di arrampicata, navigazione notturna e resistenza fisica; ogni squadra, composta da dieci uomini, sarà chiamata ad affrontare marce continue con zaini di oltre trenta chili, a soccorrere finti feriti e ad attraversare specchi d’acqua, tra cui il Lago di Soraga.
A fianco della preparazione tradizionale, sarà introdotta anche la tecnologia. Durante le simulazioni verranno impiegati droni per la ricognizione e sistemi di comunicazione satellitare, strumenti indispensabili per mantenere i contatti in territori compartimentati come quelli alpini. Le prove di tiro prevedranno l’uso di colpi a salve e sistemi di precisione per valutare le abilità dei tiratori senza rischi per la popolazione civile.
Quando e dove si svolge l’esercitazione in Trentino Alto Adige
L’addestramento in Mountain Warfare è parte integrante del percorso delle Truppe Alpine, che da decenni affinano tecniche di sopravvivenza e combattimento in montagna attraverso corsi che prevedono esercitazioni su neve, bivacchi di emergenza, tiro in quota e perfino evacuazioni simulate con elicotteri.
L’ “Extreme Patrol”, in programma dal 15 al 19 settembre, si svolgerà nell’area compresa tra Passo Costalunga, Moena e la Val di Fassa, un territorio che, per alcuni giorni, si trasformerà in un laboratorio militare a cielo aperto: le pattuglie opereranno giorno e notte senza sosta, mettendo alla prova la loro autonomia logistica e la capacità di gestire situazioni di emergenza. La competizione tra squadre assegnerà punteggi per ogni prova, fino a decretare una pattuglia vincitrice.
L’Esercito ha sottolineato come l’intera esercitazione sia stata pianificata nel rispetto della sicurezza e dell’ambiente. Le attività, infatti, saranno condotte lontano dai centri abitati e con l’impiego esclusivo di colpi a salve. Fondamentale sarà anche la collaborazione con le comunità locali, che garantiranno supporto logistico e coordinamento.
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