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I funghi in Valtellina sono un caso: cosa sta succedendo

In Valtellina la stagione dei funghi ha registrato un boom di varietà e raccolti senza precedenti, ma aumentano incidenti e rischi nei boschi

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Valentina Alfarano

Valentina Alfarano

Editor & Coach Letterario

Lavorare con le storie è la mia missione! Specializzata in storytelling di viaggi, lavoro come editor di narrativa e coach di scrittura creativa.

Porcini, mazza di tamburo, laricini, russule, lattari e altre specie di funghi in Valtellina hanno dato vita a una stagione definita eccezionale: l’estate 2025 si è trasformata in un fenomeno unico per la quantità di esemplari spuntati nei boschi, tanto che in molte aree della provincia di Sondrio si è registrato un afflusso continuo di cercatori. Un boom che, accanto all’entusiasmo, ha portato anche tensioni, episodi spiacevoli e diversi incidenti.

Perché quest’anno in Valtellina si trovano così tanti funghi

Il clima delle ultime settimane ha favorito un’esplosione senza precedenti. Alte temperature alternate a piogge abbondanti hanno creato condizioni ideali per la crescita dei miceti, dai fondovalle fino alle zone più elevate, intorno ai 2.300 metri. Dopo un 2024 povero di raccolti, il 2025 ha segnato un ritorno massiccio nei boschi di appassionati di funghi.

Come riportato sul ‘Corriere della Sera’, Domenico Cioccarelli, presidente di Sita, ha osservato: “Ce ne sono moltissimi, persino i bambini riescono a raccoglierli ai lati della strada”.

Anche Duilio Tagliaferri, micologo del Dipartimento Igiene e Prevenzione sanitaria di Ats Montagna, ha spiegato: “Ne sono cresciuti davvero molti, ma tanti sono anche i cercatori che arrivano da tutta la Lombardia per battere i boschi della Valgerola, Valmasino, Valgrosina”.

Un afflusso che ha aumentato la pressione su aree già frequentate, con conseguenti rischi di incidenti: negli ultimi giorni sono state registrate cinque vittime, non per ingestione di funghi velenosi, ma per cadute o malori durante le ricerche.

Perché in Valtellina scoppiano risse e si va a funghi di notte

La grande presenza di persone, tuttavia, ha generato anche problemi. I cercatori di funghi sono spesso restii a condividere i propri luoghi, custoditi gelosamente, e molti si muovono da soli, di notte o all’alba con le torce. La competizione ha portato a litigi e, in un caso, persino a un’aggressione con conseguente ricovero ospedaliero.

La competizione tra cercatori non si limita a diverbi: spesso sfocia in comportamenti estremi, con corse nei boschi all’alba o in piena notte. Alla base ci sono la volontà di arrivare primi e la diffidenza nel condividere i luoghi migliori.

Il pericolo principale, però, non riguarda solo la tensione tra appassionati, ma anche il rischio di raccogliere funghi tossici. Tagliaferri ha ricordato: “I più pericolosi sono l’amanita falloide o il cortinarius rubellus. Ma i casi di intossicazione con danni al fegato e ai reni sono rari e spesso legati alla cattiva conservazione di funghi commestibili o all’eccesso di consumo. Insomma, la classica indigestione”.

Il vero allarme, ha aggiunto lo stesso micologo, riguarda la raccolta stessa: “Funghi killer? Purtroppo spesso sì, ma non perché velenosi, ricordo che Ats mette a disposizione un servizio per il controllo e un numero di pronta reperibilità, bensì per i rischi che a volte si corrono nella ricerca”.

Gli errori più comuni derivano dall’imprudenza: affrontare percorsi impervi senza attrezzatura, muoversi da soli, sottovalutare la conformazione del territorio o la variabilità del meteo. Tutto questo rende l’attività potenzialmente pericolosa.

Tagliaferri ha sottolineato: “I consigli? Sempre gli stessi, spesso inascoltati: scarponi, pantaloni lunghi, bastone, cesto in vimini per far cadere le spore, mai in solitaria. E nel dubbio è importante far controllare ai micologi di Ats Montagna, lo sportello è aperto lunedì e giovedì, quanto raccolto”.