La frase in dialetto napoletano che George Clooney ama ripetere
George Clooney e il suo legame speciale con l’Italia raccontato anche attraverso una frase in dialetto napoletano che l'attore ama ripetere spesso
L’attore americano George Clooney ha da tempo intrecciato un rapporto profondo con l’Italia, fatto di luoghi, consuetudini e incontri che hanno segnato la sua vita privata oltre alla carriera. Questo legame, sancito dall’acquisto della celebre villa sul lago di Como, si rivela in molte altre sue abitudini: nel corso degli anni, l’attore ha assorbito espressioni e tradizioni tipiche, arrivando perfino ad affezionarsi a un modo di dire in dialetto napoletano che ama ripetere in pubblico e in privato.
Qual è il significato della frase in dialetto napoletano di Clooney
La presenza di George Clooney alla Mostra del cinema di Venezia ha messo in luce non solo il suo carisma sul red carpet, accanto alla moglie Amal, ma anche un dettaglio curioso legato alla sua vita privata.
L’attore, infatti, ha scelto di condividere l’esperienza del film Jay Kelly, diretto da Noah Baumbach, con una persona a lui molto vicina: Giovanni Zeqireya, amico e collaboratore di lunga data, che in questa occasione è apparso in un piccolo ruolo. Ed è stato proprio Zeqireya, in un’intervista al ‘Corriere della Sera’, a raccontare i retroscena di questa amicizia.
Come riportato in una intervista del ‘Corriere della Sera’, Gio’ Zeqireya ha ricordato le parole di Clooney: “Gio’ devi interpretare il mio bodyguard nel film. È a coronamento di tutta la nostra vita”, mi fece. Non potevo dire di no a George”.
Amici di vecchia data, i due hanno condiviso non solo esperienze di lavoro ma anche momenti di vita quotidiana. Sempre durante la sua intervista, Zeqireya ha spiegato: “Spesso George mi fa: ‘Si’ trasuto ’e sicco e te si miso ’e chiatto’. Ne ha compreso appieno il significato e gli piace ripeterlo. Mentre i figli, che parlano benissimo l’italiano, ogni tanto usano l’intercalare ‘vabbuò’”.
La frase in dialetto napoletano, tradotta letteralmente, significa “sei entrato magro e sei diventato grasso”. Trasuto indica l’entrata, ’e sicco la magrezza, mentre te si miso ’e chiatto equivale a “sei diventato grasso”. Nel linguaggio comune è utilizzata in senso ironico per descrivere chi, partendo da una condizione semplice, ha raggiunto con il tempo un maggiore benessere o una posizione più comoda.
Come George Clooney ha imparato il dialetto napoletano
Il rapporto tra George Clooney e Giovanni Zeqireya è nato negli anni Novanta, quando l’attore partecipò per la prima volta alla Mostra di Venezia. Nato a Napoli e cresciuto al Rione Lauro, Zeqireya ha lasciato la città da adolescente portando però con sé i valori e le espressioni della sua terra d’origine.
Proprio quell’impronta partenopea è diventata, negli anni, una parte importante del legame con Clooney: da quel momento i due hanno condiviso viaggi, set cinematografici e momenti privati che hanno trasformato la collaborazione professionale in un’amicizia duratura.
Tra gli episodi più significativi vissuti dai due c’è un incidente stradale avvenuto nel Cilento, durante il quale Zeqireya rimase ferito e fu proprio Clooney a prestargli soccorso, improvvisandosi medico come nel ruolo che lo aveva reso celebre nella serie ER. Il legame si è rafforzato anche attraverso la convivialità: le domeniche trascorrevano spesso attorno a tavole imbandite con piatti tipici come la genovese e le fettuccine fatte in casa.
Sempre durante la sua intervista, Zeqireya ha dichiarato: “L’ho fatto vivere all’italiana-maniera, e così si è innamorato del nostro Paese. Gli ho trasmesso l’italianità mostrandogli la nostra autenticità. E lui qui si sente a casa”.
Non stupisce, quindi, che Clooney abbia voluto accanto a sé l’amico in momenti decisivi, come il matrimonio con Amal, di cui Zeqireya è stato testimone e la familiarità con il dialetto napoletano rappresenterebbe il simbolo concreto di questa fratellanza.
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