A Firenze tutti pazzi per il sushi al lampredotto
La tipica e tradizionale specialità della cucina fiorentina si sposa, nel centro, con il riso e le alghe della tradizione nipponica
Bacchette, salsa di soia, wasabi e una costellazione di pesce fresco amalgamato con riso e altre specialità giapponesi. In Italia, ormai da anni, la mania per il sushi, gustato in abbondanza nella formula “all you can eat” o provato nella soluzione gourmet, ha rapito le papille gustative degli italiani. Anno dopo anno nel nostro paese le specialità nipponiche sono sempre più apprezzate e richieste conquistando il gusto nostrano grazie alle più esaltanti sfaccettature di gusto.
Ampio spazio viene concesso alle sperimentazioni e alle fusioni di gusto che adattano prodotti tipicamente italiani con le preparazioni del Sol Levante. Succede così che a Firenze il lampredotto, tipicità della cucina fiorentina, si unisca ai gusti ricercati del sushi, in un connubio di gusto inedito e raffinato.
Il lampredotto è il quinto stomaco del bovino, solitamente viene servito bollito con salsa verde e usato per imbottire panini molto apprezzati nel cuore di Firenze. Ora il lampredotto diventa protagonista anche della variante al sushi.
La cottura è quella classica: nel brodo, con pomodoro concentrato e l’aggiunta degli odori giusti che esalta
no il sapore deciso della specialità fiorentina, quindi carote, sedano e cipolle. Fin qui tutto nella norma seguendo la tradizione. A questo punto arriva il sapore giapponese con l’aggiunta di riso bianco, un tocco di tamagoyaki, una frittata giapponese che va arrotolata mentre si cuoce, poi zenzero e gari tagliato sottile.
Sono diversi i templi del gusto che propongono la variante dal retrogusto giapponese del lampredotto. Uno dei promotori è Luca Cai che ha proposto l’alternativa presso il suo Magazzino Osteria Tripperia situato nel centro di Firenze dopo settimane di prove e sperimentazioni per trovare il giusto equilibrio di sapori e ingredienti.
Il lampredotto viene fritto in tempura con alga nori, riso, e tagliato in pezzi e condito con soia. Una variante che è stata molto apprezzata non solo dai più scettici fiorentini, ma anche dai turisti che hanno apprezzato la fusione di gusto tra gusto tradizionale e sapori orientali.
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