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Daspo urbano contro il turismo "cafone", da Roma al Veneto: cos'è

Il Governatore del Veneto Zaia è favorevole al daspo urbano contro il turismo "cafone", un modo per combattere i comportamenti incivili dei turisti

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Silvio Frantellizzi

Silvio Frantellizzi

Giornalista

Giornalista pubblicista. Da oltre dieci anni si occupa di informazione sul web, scrivendo di sport, attualità, cronaca, motori, spettacolo e videogame.

Luca Zaia è favorevole a un daspo per combattere il turismo “cafone”, le cattive condotte dei visitatori nelle principali località del Veneto, per un problema che riguarda però tutta l’Italia.

Il daspo urbano contro il turismo “cafone”: la proposta di Zaia

Il daspo urbano è una misura nata per tenere lontani i tifosi violenti dagli stadi, ma per Zaia però va esteso anche ai turisti che non sanno come comportarsi. Il Governatore del Veneto ha dedicato a questo tema un lungo post pubblicato sulla sua pagina ufficiale di Facebook:

“Il Veneto è la regione dei record nel turismo, ma non può e non vuole diventare terra fertile per il turismo cafone – ha scritto Zaia – non siamo un luna park in cui ognuno fa quello che vuole senza regole. A chi arriva con la voglia di conoscere, apprezzare e magari anche tornare, diamo il benvenuto. Ma a chi pensa di venire qui per fare i propri comodi, per lasciare caos e degrado, diciamo chiaramente che non sarà tollerato”.

Zaia, nel post, si è detto favorevole all’istituzione del daspo urbano: “Sono più che favorevole al daspo per chi viola il decoro in modo pesante, ripetuto, e con palese disprezzo degli operatori e della comunità locale. Vogliamo così difendere la dignità di una delle regioni più belle e visitate al mondo”.

Come riferito dal ‘Corriere della Sera’, Zaia ha detto il proprio sì a “strumenti normativi che prevedano anche il daspo per chi viola il decoro dei nostri luoghi di villeggiatura in modo pesante, ripetuto, e con palese disprezzo degli operatori e della comunità locale”.

L’idea di Luca Zaia, tra i governatori più apprezzati d’Italia, è stata abbracciata anche da parte di Massimiliano Schiavon, presidente di Federalberghi: “Credo che il turismo che si approccia a politiche di sostenibilità e rispetto ambientale debba considerare anche il rispetto delle comunità ospitanti – ha dichiarato Schiavon – non è nelle nostre corde ‘evangelizzare’ il turista ma le regole per garantire il rispetto luoghi sono doverose. Anche da parte degli operatori ci può essere maggiore sensibilizzazione, rientra nei compiti degli addetti ai lavori”.

Gli episodi nelle altre città d’Italia: da Roma a Firenze

Sono diversi gli episodi di condotte poco ortodosse dei turisti in visita nelle varie città d’Italia. A Roma, per esempio, in media si calcolano quasi due multe al giorno per tutti e bagni vietati nelle tante fontane monumentali della Capitale: solo nel 2025 sono stati emessi 1.500 daspo urbani, di cui 400 nei confronti di turisti stranieri.

A Venezia alcuni turisti si sono esibiti in tuffi nel Canal Grande, oppure hanno improvvisato picnic sui ponti: la multa media è di 350 euro a persona. Alle Cinque Terre tanti escursionisti hanno la pericolosa abitudine di affrontare sentieri scoscesi con sandali da spiaggia: nei momenti di maggiore affluenza vengono controllate le scarpe e chi viene sorpreso con calzature inadeguate rischia una multa fino a 2.500 euro.

Non mancano le cattive condotte a Firenze: le cronache sono piene di racconti di turisti che si sono arrampicati sul David per farsi un selfie, mentre sui social si possono guardare video di persone abbracciate al Bacco del Giambologna.