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Dal presepe alle luminarie, è il Natale delle polemiche in Italia

Alberi di Natale troppo spogli, presepi con statuine dalle sembianze particolari e canzoncine da cui scompare la parola "Gesù": quest'anno tutto fa polemica

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Giulia Sbaffi

Giulia Sbaffi

Web content writer

Web content writer appassionata di belle storie e di viaggi, scrive da quando ne ha memoria. Curiosa per natura, le piace tenersi informata su ciò che accade intorno a lei.

Altro che magia natalizia: mentre le luci e gli addobbi rallegrano le città, tutto sembra essere preso come spunto per fare polemica. Lo spirito festoso che dovrebbe caratterizzare questo periodo è ben lontano da ciò che accade in realtà nelle principali città d’Italia, così come nei piccoli paesini dove, solitamente, queste proteste non attecchiscono con facilità. Ma cosa sta succedendo? Il Natale 2025 sarà accerchiato da polemiche e controversie, che sembrano partire da piccole divergenze sino a diventare questioni di principio insuperabili.

La polemica sulle canzoncine di Natale

Una delle controversie che ha avuto un maggior impatto – anche a livello social – riguarda le canzoncine di Natale intonate ogni anno dai bambini. In diversi casi, i più classici canti natalizi sono stati “rimaneggiati” per essere più attuali e dare un insegnamento ai piccoli, oppure per diventare multiculturali e non essere legate solamente alla religione cristiana. In un asilo di Carate Brianza, le maestre hanno proposto una canzoncina non religiosa che ha scatenato la polemica dei genitori – e non solo. L’europarlamentare Silvia Sardone ha infatti gettato benzina sul fuoco: “È un tentativo di cancellare le nostre radici cristiane“.

Non molto diversa è la situazione in diverse località dell’Emilia Romagna e della Toscana, dove alcune insegnanti hanno modificato i testi delle canzoncine natalizie omettendo la parola “Gesù”. L’intenzione è quella di favorire una maggior integrazione per i bimbi che praticano una religione diversa, quando non addirittura quella di lanciare un messaggio di pace in un periodo complesso come quello che stiamo vivendo. Ma la reazione non è stata quella attesa, tanto che il capogruppo della Lega in consiglio comunale a Reggio Emilia, Alessandro Rinaldi, ha affermato che si tratta di una “scelta sbagliata, ideologica e profondamente diseducativa”.

Alberi spogli e presepi spostati suscitano le proteste

Anche gli alberi di Natale sono in grado di suscitare polemiche, come ricordiamo bene dagli scorsi anni. Celebre fu il caso di Spelacchio, l’abete che venne allestito a Roma nel 2017, decisamente poco rigoglioso. Quest’anno è apparso un suo “sosia”, piantato ad Alghero: lo hanno chiamato Sfigalbero, perché considerato troppo basso, piccolo, spoglio e ingabbiato. Se l’albero di Natale in Sardegna è già diventato un caso accolto con ironia, la situazione è diversa ad Aprilia, dove l’abete è stato allestito in un parcheggio per disabili, o a Barletta, che invece ha visto la pianta crollare per il forte vento, generando scalpore in merito alla sicurezza.

A Terni, sotto l’albero di Natale sono state poste delle scarpe rosse. Una decisione che ha destato polemiche perché, come asserisce l’associazione Terni Donne, potrebbe generare confusione sull’argomento della lotta contro la violenza sulle donne, di cui le scarpe rosse sono un simbolo. Ancora peggio va a Vicchio, piccolo comune della Toscana: qui l’abete sorregge una bandiera della Palestina per ricordare come, in alcune parti del mondo, anche a Natale c’è grande sofferenza. L’indignazione per questa mossa ha spinto alcune persone a scrivere commenti di brutalità incredibile, augurando ai membri dell’amministrazione di “bruciare vivi”.

Una protesta particolare arriva da Genova, dove la sindaca Silvia Salis ha deciso di non allestire il consueto presepe nell’atrio di Palazzo Tursi, mettendo al suo posto un villaggio di Babbo Natale per far divertire i più piccini. Alle tante polemiche arrivate per questa scelta, la giunta ha risposto facendo notare come la città abbia comunque organizzato un fitto calendario di eventi, tra cui il tour dei presepi artistici delle chiese di Genova. E che dire di quanto sta accadendo a Senigallia? Qui il presepe sfoggia una statua di San Giuseppe considerata troppo femminea, tanto che l’ex consigliera della Lega Lucia Pucci ne ha chiesto la rimozione per “blasfemia”.