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Gamberi, granchi e pesci alieni in Italia: l'allarme del WWF

Sempre più specie aliene di pesci e crostacei stanno invadendo i nostri mari e i laghi e per questo il WWF ha lanciato un altro grido di allarme

Pubblicato:

Martina Bressan

Martina Bressan

SEO copywriter e Web Content Editor

Appassionata di viaggi, di trail running e di yoga, ama scoprire nuovi posti e nuove culture. Curiosa, determinata e intraprendente adora leggere ma soprattutto scrivere.

Il Mar Mediterraneo, da sempre crocevia di popoli e culture, è oggi anche un mare in cui si stanno moltiplicando le specie aliene. Gamberi, granchi e pesci provenienti da altri ecosistemi si stanno stabilendo stabilmente nelle acque italiane, modificando profondamente gli equilibri marini e mettendo a rischio la biodiversità autoctona. A favorire questo fenomeno ci sono diversi fattori: il cambiamento climatico, il riscaldamento delle acque e i traffici marittimi che facilitano l’arrivo di specie di altre zone.

Alcune di queste specie sono ormai note da anni, come il granchio blu, diventato un vero e proprio flagello per i pescatori italiani. Altre, invece, sono arrivate più di recente, suscitando preoccupazioni negli esperti e nelle associazioni ambientaliste. L’allarme di recente è stato rilanciato anche dal WWF, che sottolinea come la presenza sempre più invasiva di organismi alieni stia compromettendo la sopravvivenza di molte specie autoctone già in difficoltà.

Pesci e specie aliene nei mari italiani

Già da tempo è stato lanciato un grido di allarme per le numerose specie aliene che stanno invadendo i nostri mari. Alcune delle quali possono anche essere pericolose come il pesce scorpione o la caravella portoghese che è sempre più presente. Gli esperti avvertono che queste specie aliene non solo minacciano la pesca e l’economia, ma alterano anche gli habitat naturali.

Secondo quanto riporta il ‘Corriere della Sera’ su 15 specie di crostacei (come gamberi e granchi) censite nei nostri fiumi e laghi, ben 7 sono aliene, pari a quasi il 50%. Ma il quadro peggiora se si guarda ai pesci: oltre il 60% delle specie presenti nelle acque interne italiane è di origine alloctona. Tra questi ci sono il gigantesco siluro e la gambusia, introdotta in passato per il controllo delle zanzare.

Tra le altre più recenti new entry “aliene” nelle acque italiane c’è la Sinanodonta woodiana, conosciuta come vongola cinese. Altamente riproduttiva, una volta raggiunto un ambiente adatto si insedia rapidamente, diventando una concorrente temibile per le specie autoctone.

Altro organismo alieno è la Mnemiopsis leidyi, nota come noce di mare. Comparsa per la prima volta in Italia nel 2015, nella laguna di S’Ena Arrubia in Sardegna, è innocua per l’uomo ma devastante per gli ecosistemi marini. Nel Mar Nero, la sua proliferazione aveva già causato una drastica diminuzione delle popolazioni di acciughe.

A destare grande attenzione resta anche il granchio blu, ormai diffuso soprattutto nell’Adriatico. Originario delle coste atlantiche, ha trovato nel Mediterraneo un habitat ideale. Secondo Coldiretti, solo nel 2024 i danni alle marinerie italiane hanno superato i 100 milioni di euro, con interi allevamenti di vongole, cozze e ostriche devastati.

Il monito del WWF

Secondo quanto riporta sempre il ‘Corriere della Sera’ il WWF lancia un monito chiaro: la biodiversità delle acque italiane è in forte declino. Il Living Planet Report del WWF, infatti, evidenzia come negli ultimi cinquant’anni negli ecosistemi di acqua dolce si sia registrato un calo dell’85% delle popolazioni di fauna selvatica. Una situazione drammatica che trova riscontro anche nei dati italiani.

Il problema nasce anche da decenni di immissioni volontarie di specie esotiche, spesso per fini ricreativi legati alla pesca sportiva. Proprio per contrastare questa pratica, un decreto del Ministero dell’Ambiente del 2020 ha vietato l’introduzione di specie alloctone in natura. Secondo il WWF, però, ci sarebbero alcuni che vorrebbero superare la normativa.

Il presidente del WWF Italia, Luciano Di Tizio, ha dichiarato al Corriere della Sera: “Se malauguratamente queste voci dovessero trovare conferma, valuteremo con i nostri avvocati la possibilità di segnalare alla Corte dei Conti tutti coloro, funzionari compresi, che avranno avallato un simile assurdo provvedimento: è giusto che a pagare sia chi provoca in prima persona il danno e non i cittadini tutti.”