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L'elitaxi sulle Dolomiti è un caso: scoppia la protesta

Una nuova discussione sta interessando le Dolomiti e in particolare l'uso del servizio di elitaxi per raggiungere le vette più alte e suggestive

Pubblicato:

Martina Bressan

Martina Bressan

SEO copywriter e Web Content Editor

Appassionata di viaggi, di trail running e di yoga, ama scoprire nuovi posti e nuove culture. Curiosa, determinata e intraprendente adora leggere ma soprattutto scrivere.

Le Dolomiti sono da sempre una delle mete più amate in Italia sia in inverno, con le piste da sci e i paesaggi innevati, sia in estate, quando i sentieri, le ferrate e i panorami mozzafiato attirano escursionisti e turisti da ogni parte del mondo. Questa bellezza unica, però, ultimamente deve gestire un problema sempre più evidente: il turismo di massa. A questo si aggiunge un fenomeno recente e molto discusso: l’uso degli elitaxi per raggiungere luoghi d’alta quota, spesso inaccessibili con i mezzi tradizionali.

Turisti in elitaxi sulle Dolomiti

Negli ultimi tempi c’è una nuova discussione che interessa le Dolomiti, Patrimonio UNESCO.  Il tema in questione è quello sull’uso dell’elitaxi nelle Dolomiti che ha suscitato accese polemiche e interrogativi. Su ‘Ansa’ sono riportate le preoccupazioni del Cai Veneto sui servizi di elitaxi che permettono ai turisti di raggiungere in pochi minuti le cime più suggestive.

La discussione si è particolarmente intensificata dopo un episodio recente che viene raccontato da ‘Ansa’. Due alpinisti, dopo aver concluso la loro scalata sulla Torre Trieste, nel gruppo del Civetta, hanno assistito all’arrivo di un elicottero che ha sbarcato una ventina di turisti. Questi ultimi sono arrivati fino a lì per poi lanciarsi nel vuoto con paracadute e tute alari. Quello che un tempo era meta di alpinisti ed escursionisti esperti, oggi rischia di perdere il suo fascino.

Le parole del Cai: serve una regolamentazione

Per il Cai, questi comportamenti rischiano non solo di disturbare chi vive la montagna con spirito autentico, ma soprattutto di compromettere la tutela di questo ecosistema già molto fragile. Il territorio delle Dolomiti, infatti, è già sotto pressione a causa del cosiddetto overtourism. Le Tre Cime di Lavaredo, ad esempio, sono già state rese a numero chiuso, proprio per evitare il sovraffollamento.

Il rischio è che le Dolomiti, invece di restare un patrimonio da vivere con lentezza e rispetto, diventino una sorta di “parco giochi” per turisti. Una situazione simile in questi giorni ha toccato anche la località di Seceda in Val Gardena che è stata definita “Disneyland”.

Il Club Alpino Italiano, attraverso il comitato regionale del Veneto, ha così espresso forte preoccupazione. L’ente sottolinea che le Dolomiti non sono solo un’icona turistica, ma un bene paesaggistico e ambientale da proteggere con regole chiare.

‘Ansa’ ha riportato le dichiarazioni in merito: “Le Alpi italiane e soprattutto le Dolomiti – osserva il Cai – sono state trasformate in veri e propri palcoscenici di un turismo ad alto impatto, per niente sostenibile, spesso contraddistinto dall’uso e abuso di elicotteri per trasportare turisti nei luoghi panoramici. Questa è una sfida significativa per la tutela ambientale”.

Secondo il Cai, è necessario un intervento normativo che stabilisca limiti precisi all’uso degli elicotteri per fini turistici. Su ‘Ansa’ si legge: “È indispensabile e inderogabile la redazione di un regolamento regionale sull’attività di volo nelle zone di montagna al fine di salvaguardare l’ambiente naturale montano.” Il problema poi non riguarda solo l’impatto ambientale: l’arrivo massiccio di turisti trasportati in quota con l’elicottero rischia di stravolgere la percezione stessa della montagna. Il valore di un’escursione, infatti, non è soltanto la vista panoramica dalla cima, ma il percorso e il contatto diretto con la natura.