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Nocciole, crolla il raccolto: allarme nell'industria dolciaria

Crolla il raccolto delle nocciole in Italia: scatta l'allarme per l'industria dolciaria del nostro Paese. Tra le cause c'è il cambiamento climatico

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Silvio Frantellizzi

Silvio Frantellizzi

Giornalista

Giornalista pubblicista. Da oltre dieci anni si occupa di informazione sul web, scrivendo di sport, attualità, cronaca, motori, spettacolo e videogame.

Prosegue la crisi del settore delle nocciole: nell’ultimo anno la produzione è crollata del 60% a causa delle conseguenze del cambiamento ambientale. Un problema enorme che si ripercuote in maniera negativa sull’industria dolciaria italiana.

Crolla il raccolto delle nocciole in Italia

A lanciare l’allarme sulla crisi delle nocciole è stato Cristiano Fini, il Presidente di Cia-Agricoltori Italiani che come riportato da ‘SkyTg24’ ha dichiarato: “Ancora un’annata nera per la produzione che crolla del 60% per l’impatto del climate change”.

La produzione nazionale di nocciole già nel 2023 era scesa a 102.000 tonnellate, ma l’anno scorso c’è stato un ulteriore ribasso che ha raggiunto quota 85.000 tonnellate. La nuova stagione conferma ulteriormente il grave momento di crisi del prodotto principe della frutta in guscio, ingrediente fondamentale per tante produzioni dell’industria dolciaria italiana.

Secondo Cia-Agricoltori Italiani la causa principale dell’emergenza nocciole è riconducibile al cambiamento climatico: c’è stato un inverno troppo mite, seguito dalle tante piogge violente della primavera e dalla siccità di giugno, una sorta di “tempesta perfetta” che ha messo in ginocchio 95.000 ettari di noccioleti tra il Lazio, la Campania e il Piemonte.

Il crollo della produzione di nocciole avrà come conseguenza diretta l’aumento del prezzo di vendita: i costi potrebbero aumentare del doppio rispetto all’anno scorso. Per sopperire alla mancanza di prodotto, alcune aziende sono dovute correre ai ripari, importando campioni di nocciole dall’estero, in modo particolare dal Cile e dallo Stato dell’Oregon negli USA.

Importare nocciole dall’estero nell’immediato serve a sopperire alla mancanza di materia prima, ma nel lungo periodo può rappresentare una minaccia a tutto il settore, con i prodotti esteri che potrebbero fare concorrenza in futuro alla produzione nazionale, in un momento storico fortemente condizionato dai dazi di Trump.

Le testimonianze dei produttori

Una testimonianza delle problematiche del settore è arrivata da di una produttrice di Alessandria intervenuta ai microfoni de ‘Il Sole 24 Ore’:

“A luglio abbiamo cominciato a veder cadere le nocciole vuote a terra, il risultato è che ora, rispetto a una resa normale di 20 quintali a ettaro, io ne sto raccogliendo 5. Il nocciolo non è una pianta rustica che si adatta ai boschi, come si crede. Gli inverni miti non lo favoriscono, soffre la siccità ma anche il ristagno idrico. Quindici anni fa, quando ho cominciato, pensavamo al nocciolo come al nuovo Eldorado per l’Alessandrino. E ora non sappiamo più bene cosa fare”.

Sempre a ‘Il Sole 24 Ore’ è intervenuto il titolare di uno stabilimento di trasformazione a Cortemilia, in provincia di Cuneo: “Alla poca quantità italiana si unisce il fatto che, a causa delle gelate primaverili, la produzione è calata anche in Turchia, dove si coltiva il 70% delle nocciole mondiali. Questa carenza sta portando da un lato a un aumento dei prezzi delle nocciole, che è quasi raddoppiato, e dall’altro a uno spostamento di interesse verso la mandorla”.

Per combattere la crisi, il Presidente di Cia-Agricoltori Italiani ha chiesto a gran voce un tavolo di filiera che possa affrontare e risolvere le problematiche in corso:

“Riteniamo indispensabile la convocazione di un tavolo di filiera nazionale dedicato per affrontare in modo organico le criticità attuali e rafforzare gli investimenti mirati alla ricerca e all’innovazione aziendali, strumenti importanti per restituire competitività e prospettiva al comparto. La drammaticità dell’annata in corso, con gravi perdite produttive e forti difficoltà per le aziende agricole, rende questa richiesta ancora più urgente”.