Salento, caso scontrino alla sagra: polemica sul panzerotto
Nuovo caso scontrino in Italia: scoppiano le polemiche per il prezzo di un panzerotto venduto in una sagra in Salento. Il popolo dei social si divide
Nuovo caso scontrino in Italia: a sollevarlo è stato Danilo Lupo, giornalista inviato del programma ‘Piazzapulita’ di ‘LA7’, con un post su Facebook in cui ha raccontato che in una sagra dell’entroterra salentino, un panzerotto (indicato però come calzone leccese) è stato venduto a 4 euro.
Caso scontrino in Salento: polemiche sul prezzo del panzerotto
Nella giornata di lunedì 4 agosto 2025, il giornalista Danilo Lupo, sulla sua pagina ufficiale di Facebook, ha pubblicato il seguente post: “4 euro. Ieri a una sagra in un paese dell’entroterra vendevano il calzone pomodoro e mozzarella a 4 euro. Però lo avevano pomposamente ribattezzato ‘calzone leccese’, uno storytelling che valeva 4 euro”.
Il post ha fatto incetta di reazioni e condivisioni, con tanti utenti che hanno deciso di commentare per dire la propria. In molti hanno ritenuto eccessivo il prezzo richiesto e una donna ha ricordato che in una sagra andata in scena qualche anno prima, un sedano era stato messo in vendita a due euro.
Nei commenti degli utenti, al netto di pareri divergenti, è emerso come le sagre siano diventate abbastanza care negli ultimi anni, in quanto frequentate da tanti visitatori forestieri. E tra i tanti racconti, c’è anche quello di un utenti che ha rivelato di aver pagato 16 euro una Coca-Cola, una birra e una porzione piccola di patatine a Gallipoli. In generale sul costo esagerato dei servizi e del cibo, soprattutto in estate, gli utenti sono apparsi d’accordo. Non è mancato, però, chi ha giustificato il prezzo del panzerotto, sostenendo che dietro a quei quattro ero c’è tanto altro:
“Io, invece, quei 4 euro li ho pagati volentieri – ha scritto una donna – dentro c’erano sì pomodoro e mozzarella, ma anche il profumo del folklore, i fuochi d’artificio, il concerto gratuito in piazza e il lavoro di tanti volontari che rendono possibile tutto questo. Per me è senso di comunità. E vale molto più di 4 euro. Continuo a essere d’accordo nel criticare chi approfitta della stagione per alzare i prezzi in modo speculativo, come spesso accade nei lidi, negli stabilimenti balneari o nei negozietti che puntano solo sul turista di passaggio. Ma il contesto delle sagre è un’altra cosa”.
Un’altra categoria di commenti appartiene a quelli che possono essere definiti i “rassegnati”: in un momento storico caratterizzato da rincari, vedere salire anche i prezzi di prodotti venduti nelle tante sagre estive del nostro Paese è diventata ormai la normalità.
I tanti casi scontrino del 2025
Il 2025 è un anno pieno di casi scontrino in Italia: uno dei più recenti riguarda proprio la Puglia, dove in un locale di Bari hanno fatto pagare 50 centesimi in più per una spolverata di pepe su una pizza.
Qualche giorno prima, a Oderzo in provincia di Treviso, il sovrapprezzo (di 10 centesimi) era arrivato per una brioche tagliata a metà: la notizia ha fatto il giro del web portando tanti utenti a lasciare recensioni negative nei confronti della pasticceria, nonostante si trattasse di una cifra davvero irrisoria.
All’inizio dell’anno, a Roma, i clienti di uno storico bar della Capitale avevano pagato 86 euro una colazione per due persone. Anche in quel caso la notizia era diventata virale, scatenando le reazioni più disparate da parte del popolo dei social.
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