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A Trieste nuova invasione di noci di mare: cosa sono

Nuova invasione di noci di mare nelle acque di Trieste: cosa sono questi organismi innocui per l'uomo ma molto pericolosi per l'ecosistema marino

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Silvio Frantellizzi

Silvio Frantellizzi

Giornalista

Giornalista pubblicista. Da oltre dieci anni si occupa di informazione sul web, scrivendo di sport, attualità, cronaca, motori, spettacolo e videogame.

Una noce di mare

Nuova invasione di noci di Mare a Trieste: questi organismi hanno colonizzato in pochi giorni le acque di Miramare e della costa triestina.

Nuova invasione di noci di mare nel Golfo di Trieste

Come riportato da ‘Il Nord Est’, nelle acque di Trieste sono tornate le noci di mare, organismi gelatinosi e trasparenti innocui al tatto ma molto dannosi per l’ecosistema marino.

Nel giro di pochi giorni hanno praticamente colonizzato il mare della costa triestina, con turisti e bagnanti che ormai hanno imparato a riconosce le noci di mare.

Della questione ha parlato Valentina Tirelli dell’Ogs: “A prima vista potrebbero essere scambiate per meduse, ma in realtà non ne sono neppure lontane parenti. Sono ctenofori, un gruppo di organismi marini non urticanti ma pericolosi per l’ecosistema. Si possono riconoscere per le loro otto file di palette ciliate che creano giochi di luce iridescenti quando si muovono nell’acqua”.

Ricordando che le noci di mare non sono rischiose per gli esseri umani, l’esperta ha inoltre spiegato: “Sono carnivori incredibilmente voraci, che si nutrono di zooplancton, uova e larve di pesce, sottraendo così cibo prezioso alle altre specie marine”.

A Trieste non rappresentano di certo una novità le noci di mare: segnalate per la prima volta nel 2005, dall’estate del 2016 si sono diffuse stabilmente, creando una vera e propria esplosione demografica, in modo particolare nella Laguna di Marano e Grado. Da allora l’invasione si ripete ciclicamente.

In Italia sono presenti in diverse zone: nel maggio del 2024 era scattato l’allarme per il crollo della pesca a Venezia dovuto proprio alla massiccia presenza di noci di mare nelle acque adriatiche.

Mnemiopsis leidyi, una delle specie aliene più pericolose

Il nome scientifico delle noci di mare è Mnemiopsis leidyi: fanno parte della lista delle cento specie aliene più invasive e pericolose, in quanto è caratterizzata dalla capacità di vivere a salinità e temperature molto diverse, oltre ad avere una straordinaria capacità riproduttiva.

La noce di mare è ermafrodita e in grado di produrre migliaia di uova in una sola notte: per questo motivo è specie osservata speciale dai ricercatori che si occupano dell’ecosistema marino. Spesso la Mnemiopsis viene facilmente scambiata per una medusa per via della sua trasparenza, ma è ben lontana dall’esserlo: il suo corpo, trasparente e ovale presenta sei lobi, di cui due sono evidenti a prima vista, sui quali sono disposte delle file di pettini ciliati.

I cigli brillano di una luce blu-verde quando vengono stimolati dalla luce oppure dal contatto. La noce di mare utilizza i suoi numerosi tentacoli per nutrirsi. I tentacoli, colloblasti adesivi che non emettono nessuna tossina, non sono urticanti per l’uomo.

La specie è originaria dell’Atlantico ed è stata introdotta negli anni Ottanta nel Mar Nero con l’acqua di zavorra delle navi cisterna; a partire dal 1997 è stata osservata anche nel Mar Caspio.

Con il passare degli anni, le noci di mare sono riuscite a colonizzare anche il Mar Egeo e il Mar Mediterraneo. Per quanto riguarda l’Italia, le prime segnalazioni sporadiche risalgono al 2005; questi organismi si sono stabiliti dal 2011 nel Mar Tirreno e dal 2016 nell’Adriatico settentrionale.