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Caso scontrino a Bari: 50 centesimi per una spolverata di pepe

Caso scontrino a Bari: in un locale del centro storico un cliente ha dovuto pagare 50 centesimi in più per una spolverata di pepe sulla sua pizza

Pubblicato:

Silvio Frantellizzi

Silvio Frantellizzi

Giornalista

Giornalista pubblicista. Da oltre dieci anni si occupa di informazione sul web, scrivendo di sport, attualità, cronaca, motori, spettacolo e videogame.

Spolverata di pepe

Nuovo caso scontrino in Italia: questa volta arriva da Bari, dove una spolverata di pepe sulla pizza è costata un sovrapprezzo di 50 centesimi. La foto dello scontrino in questione è stata pubblicata sui social, provocando le reazioni più disparate da parte del popolo del web.

Bari, nuovo caso scontrino: 50 centesimi per il pepe sulla pizza

Un cliente di una pizzeria di Bari, residente in città, ha cenato in compagnia nel locale, ordinando due pizze e due bevande, per la precisione un’acqua naturale e una birra. Al momento del conto, oltre al coperto, si è ritrovato una sorpresa sullo scontrino: 50 centesimi per una spolverata di pepe sulla pizza.

Nella foto, pubblicata sui social, si leggono chiaramente tutte le voci dello scontrino e i relativi prezzi, compresi i 50 centesimi in più per l’aggiunta del pepe su una delle due pizze ordinate e consumate. Nello specifico sono state ordinate due pizze, la prima costata 15 euro più il sovrapprezzo del pepe, l’altra 9,50 euro. Una bottiglia di acqua minerale da 0,75 litri è costata 2,50 euro, mentre la birra 6 euro. Il coperto per due persone, invece, ha richiesto 5 euro.

La notizia ha fatto il giro del web in pochissimo tempo, scatenando tante reazioni da parte degli utenti dei social. Nella maggior parte dei casi è stata manifestata indignazione contro la scelta di far pagare un sovrapprezzo per una spolverata di pepe ed è stato puntato il dico contro i rincari ritenuti eccessivi e in alcuni casi e ingiustificati nei locali delle mete turistiche italiane.

Dall’altro lato, però, c’è stato anche chi ha ritenuto giusta la scelta del locale di Bari, sostenendo che il pepe sia un ingrediente in più e quindi è corretto chiedere un piccolo sovrapprezzo al cliente che ha chiesto l’aggiunta sulla propria pizza. Sempre a Bari, una delle mete italiane preferite dagli stranieri per le vacanze di agosto 2025, nei giorni scorsi aveva fatto discutere la scelta di un locale del centro storico di proporre nel menu un piatto di spaghetti all’assassina al prezzo di 18 euro.

Gli altri casi in Italia

Di casi scontrino, in Italia, ce ne sono stati diversi negli ultimi anni: uno dei più recenti riguarda una pasticceria di Oderzo, in provincia di Treviso, dove a due clienti è stato fatto pagare un sovrapprezzo di 10 centesimi per una brioche tagliata a metà.

Un caso simile è quello successo ad Arezzo nell’agosto del 2024, quando un ristorante aveva fatto pagare un prezzo aggiuntivo per il taglio di una torta portata a una cena di compleanno: in quel caso la torta era stata acquistata altrove e dal locale avevano specificato che è una consuetudine far pagare alimenti portati da fuori.

Qualche settimana prima, a Ortisei, il cliente di un ristorante si era ritrovato sul conto 3 euro in più che servivano a pagare un piatto vuoto. Anche in quel caso il locale aveva spiegato il motivo del sovrapprezzo: “Ci capita spesso che una famiglia ordini una sola portata e poi la divida usando i piatti vuoti – aveva dichiarato il gestore – non crediamo di fare nulla di sbagliato facendoci pagare il lavaggio, le posate, i tovaglioli e l’acqua naturale. Sono tutti servizi che non ci arrivano gratis. Il prezzo del piatto vuoto è scritto chiaramente sul menù, chi è contrario può non chiederlo”.