Un carro armato è arrivato sulle Dolomiti per spiegare la storia
Un tank Sherman è sbarcato nel Bunker Museum di Dobbiaco per promuovere la visita del Vallo Alpino e raccontare la guerra
Sotto cinque metri di cemento e terra, si sviluppa un avventuroso percorso museale tra passato e presente. Si tratta del Bunker Museum, fiore all’occhiello di Dobbiaco, conosciuta anche come la “porta sulle Dolomiti“, che da questa estate ospita un carro armato Sherman.
Modello progettato durante la Seconda Guerra Mondiale, in servizio con l’United States Army a partire dal febbraio 1942, era usato con funzione di postazione di artiglieria e sarebbe dovuto sbarcare in Normandia per prendere parte al D-Day, una delle più grandi invasioni anfibie della storia, messa in atto dalle forze alleate per liberare l’Europa dai nazifascisti.
Ora quel carro armato è esposto in uno degli oltre 350 bunker dell’Alto Adige, trasformato in un museo, per promuovere la visita del Vallo Alpino del Littorio, il complesso sistema di fortificazioni eretto durante il regime fascista con l’intento di difendere i confini italiani da una possibile invasione da parte della Germania nazista, per questo noto anche con il soprannome di “Linea non mi fido”.
Dopo la guerra, le fortificazioni furono completate e riadattate per essere utilizzate come difesa contro un possibile attacco delle truppe sovietiche e ungheresi del Patto di Varsavia. Il Vallo Alpino cessò definitivamente la sua funzione con il crollo del muro di Berlino e la fine della Guerra Fredda.
Dal 1992 i bunker furono disarmati e poco dopo divennero proprietà della Provincia Autonoma di Bolzano, che ne indisse un’asta pubblica. Uno di questi, situato a ridosso della strada statale tra San Candido e Dobbiaco, è stato adibito a museo e grazie al recupero della vasta rete di gallerie sotterranee è stato possibile ripristinarne in parte lo stato originale.
La costruzione si mimetizza alla perfezione con l’ambiente circostante e la discesa nei sotterranei offre ai visitatori un’esperienza molto suggestiva, in un luogo di memoria e riflessione sulla travagliata storia dell’Alto Adige durante il ventesimo secolo.
A segnalare l’ingresso di questo involucro di 3600 metri quadrati di cemento armato ed acciaio, c’è ora il carro armato Sherman, anche se non si tratta di un modello originale. Il mezzo militare entrato a far parte del progetto del Bunker Museum è stato dato alla struttura in comodato d’uso, e trasportato sul posto gratuitamente dall’azienda Gruber Logistics di Ora, in provincia di Bolzano.
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