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Roma perde un "simbolo": perché Blu ha cancellato il suo murale

A Roma è scomparso uno dei murales più noti di Blu, un’opera simbolo dell’Ostiense che per anni ha fatto parte del paesaggio urbano della città

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Valentina Alfarano

Valentina Alfarano

Editor & Coach Letterario

Lavorare con le storie è la mia missione! Specializzata in storytelling di viaggi, lavoro come editor di narrativa e coach di scrittura creativa.

Murale di Blu cancellato a Roma

Per oltre un decennio il murale di Blu ha dominato la facciata dell’ex caserma di via del Porto Fluviale, trasformata in simbolo del quartiere Ostiense. Con l’avvio della riqualificazione per creare nuovi alloggi popolari, l’opera è stata cancellata: il gesto ha diviso l’opinione pubblica tra chi ne riconosce la scelta condivisa con l’artista e chi la vive come una perdita per il paesaggio urbano.

Qual è il significato del murale di Blu a Roma

Il murale di Blu era diventato un segno distintivo del quartiere Ostiense, un luogo che nel tempo aveva saputo accogliere esperienze di resistenza e solidarietà; il Movimento per il diritto all’abitare lo aveva voluto proprio per testimoniare la dignità di chi viveva tra quelle mura.

Come riportato su ‘La Repubblica’, il muralista romano Lucamaleonte ha sottolineato che “l’opera di Blu era un patrimonio artistico molto importante per il Municipio e per tutta Roma, oltre a essere il simbolo di un luogo di resistenza e di aiuto. È molto bello vedere che l’opera ha assolto la sua funzione. Non basta dipingere i muri per riqualificare: la street art serve per mandare messaggi e creare consapevolezza”.

Sempre Lucamaleonte ha ricordato che “Blu in passato ha preferito cancellare le sue opere per evitare che venissero strumentalizzate, quando tornerà a dipingere su questo lo farà nel rispetto della sua poetica e della sua filosofia di vita. Mi fido molto della sua visione e della sua integrità”.

Il confronto tra tutela e cancellazione ha alimentato il dibattito cittadino. Molti hanno rimarcato come quelle immagini facessero ormai parte della pelle della città, altri hanno osservato che la natura stessa della street art impone di accettarne la scomparsa, registrandola attraverso fotografie e testimonianze.

Perché l’artista Blu ha scelto di cancellare la sua opera

La decisione di cancellare il murale è stata presa in accordo con lo stesso autore. Blu, nato a Senigallia ma da sempre legato a Bologna e a Roma, ha più volte manifestato la volontà di non vedere le proprie opere staccate o musealizzate, ma di mantenerle legate al contesto in cui sono nate.

Il destino del murale di via del Porto Fluviale rivela l’ambivalenza della street art, come dimostrano altri casi in cui opere simili sono state cancellate.

Blu, fedele alla sua idea di arte come strumento politico e sociale, ha scelto ancora una volta di lasciare che il tempo e le trasformazioni urbane decidessero le sorti del suo lavoro, mantenendo intatta la coerenza del proprio percorso e ha già dichiarato che tornerà a intervenire sul palazzo una volta che sarà nuovamente abitato, questa volta in modo legittimo, dalle famiglie destinatarie degli alloggi popolari.

Il tema resta però controverso. Giuseppe Stagnitta, curatore della mostra Warhol Banksy al Castello di Santa Severa, si è espresso sulla questione e ha affermato che “l’opera ha sicuramente una sua vita, ma alcuni lavori, se possibile, vanno salvaguardati. Avrei preferito che il murale di Blu venisse conservato”.

Sul significato più profondo della scelta è intervenuta anche Fabiola Naldi, storica dell’arte bolognese, docente e curatrice che nel 2020 ha pubblicato il volume ‘Tracce di Blu’ dedicato a vent’anni di attività dell’artista.  Naldi ha spiegato che “non lo definisco più neanche artista, perché so che si arrabbierebbe, è un attivista che usa il linguaggio visivo in maniera precisa, mai casuale, sempre contestualizzata in un atto di necessità, che sia il diritto all’abitare, alla protesta, all’attivismo.

Fabiola Naldi ha dunque concluso: “Se ridipingerà l’ex caserma, lo farà solo se ci sarà la tenuta dell’associazione del diritto dell’abitare, se tutti coloro per cui ha operato in forma gratuita saranno tutelati nel loro rientro nelle abitazioni. Quello che per lui è la cosa più importante”.