Riapre la Grotta di Diana a Villa d'Este: era chiusa da 50 anni
A Villa d'Este riapre la Grotta di Diana dopo cinquant'anni di chiusura: torna finalmente fruibile al pubblico grazie a un prezioso lavoro di restauro
Dopo una chiusura durata cinquant’anni, finalmente riapre la Grotta di Diana a Villa d’Este: capolavoro realizzato tra il 1570 e il 1572 da un’equipe di maestranze e collocata a ridosso del Palazzo di Ippolito d’Este a Tivoli, in provincia di Roma.
A Villa d’Este riapre la Grotta di Diana dopo 50 anni
La riapertura della Grotta di Diana a Villa d’Este è fissata per il 6 maggio 2025: situata nella parte alta del giardino, si trova sotto la Loggia dei Venti e il suo accesso principale è posizionato lungo la Passeggiata del Cardinale.
L’ambiente a croce si articola in uno spazio centrale con volta a crociera e grandi cariatidi canefore, insieme a un’ampia nicchia con scogliera e fontana e tre bracci: il primo ha la funzione di atrio con due nicchie a parete e volta a botte; il secondo mostra due bassorilievi e una nicchia con scogliera e fontana; il terzo presenta due grandi bassorilievi ai lati e un’apertura che conduce a una loggia aperta verso Roma.
Il ciclo decorativo della Grotta che viene riaperta al pubblico grazie al profondo impegno dell’Istituto autonomo Villa Adriana e Villa d’Este – VILLAE di Tivoli, presenta un ricco apparato costituito da un enorme mosaico rustico policromo e polimaterico con conchiglie, paste vitree, pietre semipreziose, frammenti lapidei e tartari, su tutta la superficie dell’ambiente.
A partire dall’autunno del 2023 gli interventi conservativi effettuati sulla Grotta di Diana sono stati pensati per recuperare tutti i suoi elementi peculiari, senza limitarsi alla salvaguardia degli apparati decorativi interni, ma arrivando a trattare anche ogni aspetto del ninfeo, comprese le strutture architettoniche che fungono da sostruzione ai prospetti esterni esposti per anni all’incessante azione degli agenti atmosferici.
Il restauro, dunque, oltre alla conservazione, ha avuto anche come obiettivo quello di valorizzare la Grotta di Diana, così da poterla restituire pienamente alla fruizione da parte del pubblico. Una delle operazioni più significative ha riguardato l’installazione di una vetrata nella loggia affacciata su Roma: una soluzione, questa, pensata per proteggere la Grotta dal vento, che nel corso dei secoli ha contribuito all’erosione dei materiali più delicati.
Il lavoro di restauro
Andrea Bruciati, il Direttore dell’Istituto di Villa Adriana e Villa d’Este, ha parlato così dell’immenso lavoro che ha portato alla riapertura della Grotta di Diana: “Anche questo intervento si propone di esplorare e decodificare le infinite suggestioni di Villa d’Este, mettendo in luce come questo luogo continui a emanare la sua magnificente bellezza, rivelando a tratti il sofisticato progetto culturale che ne fu alla base – si legge nel comunicato stampa di ‘villae.cultura.gov.it’ – con questa azione cerchiamo di contrastare la perdita e l’oblio che spesso contraddistingue il nostro patrimonio e il recupero della Grotta di Diana fa sì che tale ricchezza torni disponibile alla collettività”.
La riapertura della Grotta di Diana (in foto, realizzata da Andrea Concordia, nel riquadro) è possibile grazie al profondo impegno dell’Istituto autonomo Villa Adriana e Villa d’Este – VILLAE di Tivoli nella valorizzazione del proprio patrimonio e all’opera di mecenatismo di FENDI:
“Il restauro della Grotta di Diana a Villa d’Este è per FENDI un atto d’amore, il più recente di un percorso secolare di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale italiano, che culmina quest’anno con la celebrazione del nostro centenario – ha spiegato Silvia Venturini Fendi, Direttore Artistico Accessori e Collezioni Uomo di FENDI – Profondamente radicata a Roma, dove dal 1925 risiedono le fondamenta e il cuore creativo della nostra Maison, quest’opera rappresenta per noi un ulteriore investimento sul futuro che parte dalla memoria del passato: un impegno volto a preservare la bellezza e la storia del nostro paese, consegnando questo prezioso monumento alle generazioni a venire”.
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