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Il caso dei pesci rossi che soffocano nel lago di Loppio

Nel lago di Loppio migliaia di pesci rossi invadono la riserva naturale trentina, soffocano nelle acque basse e minacciano l’ecosistema locale

Pubblicato:

Valentina Alfarano

Valentina Alfarano

Editor & Coach Letterario

Lavorare con le storie è la mia missione! Specializzata in storytelling di viaggi, lavoro come editor di narrativa e coach di scrittura creativa.

Allarme pesci rossi lago di Loppio

La superficie del lago di Loppio, in Trentino, si è colorata di rosso: centinaia, forse migliaia di pesci rossi affiorano in acque sempre più basse, alla ricerca di ossigeno. Le immagini, condivise sui social e riprese dai passanti, hanno suscitato curiosità e preoccupazione: dietro quell’effetto quasi fiabesco si nasconde un grave problema ambientale, che riguarda la salute di un intero ecosistema.

Cosa sta accadendo ai pesci rossi del lago di Loppio

Il lago di Loppio, situato nel comune di Mori, è una riserva naturale di grande valore ecologico. Negli ultimi anni, tuttavia, questo habitat fragile è stato alterato dalla presenza dei carassi dorati, i comuni pesci rossi da acquario, che qui si sono insediati e moltiplicati.

Questi animali, appartenenti alla famiglia dei Ciprinidi, sono originari dell’Asia orientale e sono stati introdotti in Europa secoli fa per scopi ornamentali; resistenti e onnivori, si adattano a diversi ambienti acquatici e possiedono una capacità riproduttiva straordinaria.

Il problema nasce quando vengono rilasciati da privati cittadini nei laghi naturali, convinti di compiere un gesto compassionevole; in realtà, il loro rilascio altera gli equilibri naturali e mette in pericolo le specie autoctone.

Come riportato sul ‘Corriere del Trentino’, Karol Tabarelli de Fatis ha spiegato che “Sebbene tali gesti possano apparire innocui o addirittura utili, l’immissione di organismi non autoctoni in un ecosistema naturale rappresenta una minaccia concreta per la stabilità e la funzionalità dell’ambiente acquatico locale, oltre a essere generalmente vietata dalla legge”.

Il naturalista del Muse – Museo delle Scienze di Trento – sottolinea inoltre che il lago di Loppio è “un’area di straordinario valore ecologico e naturalistico, riconosciuta come sito protetto per la presenza di habitat e specie di particolare interesse conservazionistico. Si tratta di un ambiente umido di importanza regionale, che svolge un ruolo fondamentale come zona di riproduzione per numerosi anfibi“.

Perché la presenza dei pesci rossi nel lago di Loppio è un pericolo

La comparsa massiccia dei pesci rossi non è un evento isolato: la loro presenza, in un’area che funge da rifugio per numerose specie, rappresenta una minaccia diretta alla biodiversità. Il lago ospita infatti il tritone alpestre, il tritone punteggiato e la raganella italiana, anfibi che depongono uova facilmente predabili dai carassi dorati.

Oltre alla competizione per il cibo e lo spazio, la presenza di questa specie invasiva provoca un progressivo impoverimento dell’acqua, che diventa torbida e povera di ossigeno. Gli esperti avvertono che, se il fenomeno non viene contenuto, l’intero ecosistema lacustre potrebbe subire danni irreversibili.

Tabarelli de Fatis ha aggiunto che l”e specie alloctone possono fungere da vettori di agenti patogeni e parassiti non presenti nella fauna locale. La diffusione di tali organismi può compromettere la salute della fauna ittica indigena, riducendone la diversità genetica e alterando la struttura e la resilienza complessiva dell’ecosistema”.

Secondo il naturalista, “si tratta di una specie che si riproduce in abbondanza e le cui larve crescono rapidamente. È possibile che piccole pozze o zone umide trattenute dall’ambiente possano fornire acqua sufficiente a permettere ad alcune larve di sopravvivere”.

La soluzione dei cittadini al caso pesci rossi nel lago di Loppio

Le prime segnalazioni del fenomeno arrivano proprio dai residenti. Le immagini dei pesci rossi nel lago di Loppio compaiono sui social locali, condivise da chi percorre la ciclabile che costeggia la riserva.

Tra i primi a documentare la situazione c’è Ivo Cipriani, che nel gruppo Facebook “Sei di Mori se…” ha pubblicato le foto dei banchi rossi visibili sotto il pelo dell’acqua. Il post ha acceso in poche ore la discussione: da un lato la curiosità, dall’altro la preoccupazione per un problema che molti ricordano come ciclico.

Secondo gli abitanti, i pesci si concentrano nelle aree in cui l’acqua è più calda, vicino alle antiche sorgenti; in queste zone la loro presenza forma ampie chiazze rosso-arancio visibili anche dalla strada. Alcuni cittadini hanno tentato di salvare i pesci portandoli in acquari o laghetti artificiali, un gesto dettato da empatia ma non privo di rischi: anche il trasferimento può contribuire, involontariamente, alla diffusione della specie invasiva.