Il sentiero delle fate e delle streghe nella Val di Non
Diavoli, orsi, fate e creature fantastiche: alla scoperta del percorso delle fiabe nel cuore della Val di Non

In provincia di Trento c’è un sentiero tra i boschi dal nome fortemente evocativo: “Il lavoro, le fate, le streghe”. Questo suggestivo percorso comincia all’estremità est dell’abitato di Preghena, frazione di Livo, situato nella Val di Non, alle pendici del monte Avert, e circondata da ettari di coltivazioni di meli.
Chi si avventura in questo bosco unico nel suo genere, si ritrova catapultato in una dimensione fantastica, una favola di cui si diventa protagonisti. Il punto di partenza del lungo percorso ad anello, di circa 5 km, è proprio in fondo al paese, dove, accanto a una fontana, troverete il totem esplicativo con tutte le informazioni utili sul tragitto.

L’itinerario incantato comincia con una stradina asfaltata tra i meli e conduce nel bosco, dove ci si può orientare facilmente grazie alle apposite segnalazioni. Durante questa speciale passeggiata, grandi e piccini si imbatteranno in ben 21 statue lignee, ognuna delle quali ha la sua fiaba da narrare ai visitatori, che si tratti di animali del bosco, elementi onirici, fate o streghe.
Poco dopo la partenza, si incontra il “ciaretar”, costruzione tipica, situata solitamente al limitar del bosco, dove veniva applicata la “ciareta” o una coppia di ruote sotto grosse stanghe, dette i “palanci del broz”. Il percorso attraversa la collina detta “Dos da Mul” che, per la sua posizione di osservatorio strategico, fa pensare ad un antico “castelliere”. Da qui si può ammirare una splendida veduta sulla Valle di Rumo, il Mezzalone, Cis e la Valle di Bresimo.

A metà percorso c’è anche la possibilità di sostare in un’area attrezzata, ideale per le famiglie che desiderano concedersi un pic-nic immerse nella natura e nell’atmosfera magica delle fiabe. Giunti alla “ciarbonara”, ossia la carbonaia, i visitatori potranno apprendere come la legna veniva posizionata e ricoperta con terra o “tope” di erba, per favorire la giusta combustione che portava alla carbonificazione.

Tra streghe volanti, orsi arroganti e il terribile “Peste del Diol”, diavoletto con tanto di forcone, le cui impronte sulla pietra raccontano della sua battaglia per dominare il mondo, si ritorna al punto di partenza con gli occhi e il cuore carichi di meraviglia, e con un’esperienza incredibile da raccontare.
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