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Le domande più "folli" dei turisti: caso a Verona

Le guide turistiche di Verona raccontano episodi singolari e situazioni insolite vissute con i visitatori tra aneddoti divertenti e momenti di disagio

Pubblicato:

Valentina Alfarano

Valentina Alfarano

Editor & Coach Letterario

Lavorare con le storie è la mia missione! Specializzata in storytelling di viaggi, lavoro come editor di narrativa e coach di scrittura creativa.

Turisti a Verona e domande assurde

Tra le città d’arte italiane più visitate, Verona vive ogni anno un afflusso costante di viaggiatori da ogni parte del mondo, un flusso che porta ricchezza e vitalità, ma che a volte genera episodi curiosi, fraintendimenti e comportamenti poco rispettosi del patrimonio storico. Dalla celebre Arena alla Casa di Giulietta, passando per le vie del centro, le guide turistiche si trovano spesso a rispondere a quesiti improbabili e a gestire situazioni che rasentano l’assurdo.

Perché a Verona le guide turistiche sono sempre più esasperate

Chi accompagna gruppi di visitatori conosce bene la doppia faccia del turismo: da un lato l’interesse autentico per la città, dall’altro atteggiamenti superficiali o disattenti. Come riportato sul ‘Corriere della Sera’, le guide turistiche di Ippogrifo hanno spiegato: “Alcuni fotografano le tapparelle, altri si appoggiano agli affreschi. Non possiamo restare indifferenti, ma non abbiamo l’autorità per fermare tutto questo”.

Aurora Soldà, guida autorizzata dell’associazione, ha aggiunto che “il punto è che ormai la maleducazione dilaga in assenza di qualcuno che faccia rispettare i regolamenti. E a dilagare è pure il degrado della città”.

Il collega Alberto Pavoni ha sottolineato un’altra problematica: la presenza di guide abusive che diffondono informazioni errate. Ha infatti raccontato: “A volte le domande strane derivano anche dal fatto che ci sono tantissime guide abusive. Mi è capitato di sentir dire che l’Arena ha un sacco di buchi per fare da cassa armonica, come fosse una chitarra”.

Ha ricordato anche l’episodio di un anziano veronese a cui era stato chiesto dell’anfiteatro, ricevendo in risposta: “il teatro lo so, ma l’anfiteatro non savaria”. Secondo Pavoni, il livello culturale medio di chi visita la città resta buono, ma questi episodi dimostrano quanto la disinformazione possa creare confusione.

Le differenze culturali, inoltre, emergono soprattutto con turisti provenienti da contesti dove i materiali e l’architettura hanno caratteristiche diverse. Non è raro che ci si appoggi a muri affrescati o si tocchino pietre millenarie per verificarne l’autenticità. Un gesto che, seppur mosso da curiosità, può danneggiare opere delicate.

Quali sono le richieste più curiose dei visitatori a Verona

Tra i momenti più bizzarri vissuti dalle guide a Verona, restano scolpite nella memoria delle guide alcune domande surreali: “Ma siamo a Verona o a Roma?” o “Questa è l’Arena o il Colosseo?”. Non meno singolare l’esclamazione: “Bella questa città, come si chiama? E se non siamo a Roma, perché c’è il Colosseo?”.

L’incredulità si spinge anche oltre. Nella sua intervista, Aurora Soldà, un turista americano le ha chiesto come mai non fosse stato ricostruito l’anello esterno dell’Arena. La sua reazione è stata un eloquente “No comment”.

Le situazioni critiche, però, non si limitano alle domande. Sempre sul ‘Corriere della Sera’, Soldà ha spiegato: “A volte è difficile, davvero: come fai a non dire niente a un turista che scrive sui muri della Casa di Giulietta o che sta stravaccato a fare un pic-nic sui gradini della Domus Mercatorum o della berlina in Piazza Erbe?”. Spesso questi comportamenti avvengono sotto gli occhi di custodi o in assenza di vigili, rendendo impossibile per le guide intervenire.

Un’altra abitudine, ha aggiunto, è quella di rinfrescarsi nelle fontane storiche, come quella di Madonna Verona, senza percepirle come monumenti. Per questo motivo, secondo Soldà, “bisognerebbe allora fare un’azione educativa sull’‘uso’ della città. Così come se una ragazza entra in chiesa in short e top, all’ingresso le fanno indossare uno scialle”.