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Allarme pesce scorpione in Italia: "Può essere molto doloroso"

Nel Mar Adriatico è stata segnalata la presenza del pesce scorpione, tipico dei mari più caldi, che secondo gli esperti può essere molto doloroso

Pubblicato:

Martina Bressan

Martina Bressan

SEO copywriter e Web Content Editor

Appassionata di viaggi, di trail running e di yoga, ama scoprire nuovi posti e nuove culture. Curiosa, determinata e intraprendente adora leggere ma soprattutto scrivere.

Negli ultimi decenni i mari italiani stanno diventando sempre più ricchi di specie aliene, arrivate da acque lontane e spesso più calde. Il fenomeno, accelerato dai cambiamenti climatici, sta modificando profondamente gli ecosistemi marini e portando nuove sfide per la pesca, il turismo e la sicurezza. Alcune di queste specie risultano innocue, altre invece possono essere pericolose sia per la biodiversità sia per la salute umana. In questo ultimo periodo si parla molto dell’arrivo nelle acque di nostri mari del pesce scorpione. Questa creatura, affascinante ma potenzialmente rischiosa, è stata segnalata di recente nelle acque dell’Adriatico, facendo ipotizzare un imminente arrivo anche sulle coste italiane.

Diffusione del pesce scorpione: da dove viene e dove si trova

Dopo il recente allarme per il pesce palla argenteo pescato in Istria, specie tossica se ingerita, l’attenzione degli esperti si è ora spostata su un nuovo protagonista: il pesce scorpione. Il pesce scorpione (Pterois miles), conosciuto anche come pesce leone per la disposizione degli aculei simile a una criniera, è originario del Mar Rosso e dell’Oceano Indiano. Si è diffuso nel Mediterraneo attraverso il Canale di Suez a causa dell’aumento della temperatura delle acque. La sua presenza è stata registrata negli ultimi tempi soprattutto nel Mar Ionio e nelle acque meridionali del nostro Paese, con avvistamenti in Sicilia, Calabria e Puglia. Nel novembre 2024 un esemplare è stato pescato a Gallipoli ma prima ancora ne erano stati segnalati diversi nel Sud Italia.

Più di recente, la sua comparsa è stata avvistata anche in Croazia. L’espansione del pesce scorpione è rapida e capillare. Questo predatore si nutre di piccole specie di pesci e crostacei, riducendo la disponibilità di prede per le specie autoctone e alterando la catena alimentare. Per l’uomo, il pericolo principale è rappresentato dagli aculei velenosi presenti sulla pinna dorsale e anale. Il contatto può provocare dolore intenso, gonfiore, nausea e, nei casi più gravi, difficoltà respiratorie. Sebbene raramente letale, la puntura richiede cure mediche immediate, soprattutto per chi è allergico.

Le parole dell’esperto: “Non allarmismo, ma attenzione”

Già a inizio giugno la professoressa Emanuela Fanelli, biologa marina dell’Università Politecnica delle Marche, aveva lanciato un allarme sulla diffusione del pesce scorpione. In questi giorni si è esposto sul tema anche Ernesto Azzurro, ricercatore dell’Istituto per le risorse biologiche e le biotecnologie marine del CNR di Ancona. L’esperto ha spiegato ad ‘AdnKronos’ che si tratta di un pesce esteticamente affascinante e commestibile, ma che va maneggiato con estrema cautela. “È arrivato in tutto lo Jonio e la specie sta esplodendo anche in Croazia e, quindi, nell’Adriatico.” Il messaggio degli esperti è chiaro per ora: la puntura del pesce scorpione può essere molto dolorosa, ma il rischio per i bagnanti e i subacquei è contenuto soprattutto se si mantengono le distanze.

Il CNR e l’ISPRA hanno riattivato anche per quest’anno la campagna di monitoraggio “Attenti a quei 4”, in collaborazione con il progetto AlienFish. L’iniziativa punta a informare sulla presenza del pesce scorpione e di altre tre specie tropicali potenzialmente pericolose: il pesce palla maculato, il pesce coniglio scuro e quello striato. Un ruolo importante lo giocano anche i cittadini, che possono contribuire al monitoraggio segnalando avvistamenti attraverso il gruppo Facebook Oddfish. Questo canale raccoglie foto e informazioni utili per aggiornare le mappe di diffusione delle specie aliene nei nostri mari.