Allarme olio extravergine d'oliva: cos'è il "decreto delle 6 ore"
In Italia scatta l'allarme olio extravergine d'olive per il "decreto delle 6 ore": quali sarebbero le problematiche legate al provvedimento.
Scatta l’allarme olio extravergine d’oliva in Italia: in vista della nuova campagna olearia, nel settore emergono le problematiche legate al cosiddetto “decreto delle 6 ore” del Masaf che impone ai commercianti il limite di sei ore per consegnare le olive ai frantoi.
Allarme olio extravergine d’oliva in Italia per il decreto delle 6 ore
Il decreto disciplina le modalità applicative di registrazione, nell’ambito del Sistema informativo agricolo nazionale (SIAN), delle consegne delle olive da olio ai frantoi oleari da parte dei commercianti di olive.
Nel decreto si legge testualmente: “Le consegne delle olive da olio ai frantoi oleari da parte dei commercianti di olive e le registrazioni nell’ambito del SIAN avvengono entro sei ore dalla consegna delle olive ai commercianti da parte degli olivicoltori”.
Seppur nato con l’intento di conferire maggiore trasparenza alla compravendita di olive da olio, il provvedimento rischia di scontrarsi con problematiche di tipo pratico: molte realtà italiane, infatti, integrano la loro produzione olearia con acquisti di olive provenienti da zone anche distanti, dove non bastano sei ore per il trasporto con i mezzi pesanti.
Il ricorso all’integrazione è diventato ancora più comune negli ultimi anni, caratterizzati da tutti i disagi causati da eventi meteo avversi. Nel nostro Paese esistono tanti frantoi che organizzano il proprio lavoro sulla base di olive acquistate da altre regioni, in modo particolare del Sud Italia.
Un’altra criticità che riguarda il decreto è quella legata alla mancanza di un impianto sanzionatorio: nel documento non è esplicitato cosa si rischia qualora non si rispettasse il limite imposto delle 6 ore, e non sono neanche indicate le modalità con cui effettuare i controlli. Altri hanno fatto notare che l’obbligo temporale varrebbe solamente per chi commercia le olive e non per gli impianti oleari che fanno da intermediari.
Le reazioni delle associazioni: favorevoli e contrari al decreto
Come riferito da Gambero Rosso, la norma è stata voluta fortemente da Coldiretti e Unaprol che considerano il decreto come un passaggio epocale per tutto il settore dell’olio. A tal proposito il Presidente di Unaprol, David Granieri, ha dichiarato: “Con questo decreto si chiude definitivamente l’epoca delle olive senza nome e senza provenienza, e si apre una nuova fase fondata sulla trasparenza, sulla responsabilità e sulla valorizzazione del prodotto italiano”.
Sono molte, tuttavia, le associazioni contrarie al decreto delle 6 ore, visto come un problema per il settore. Alberto amoroso, presidente dell’Associazione Italiana Frantoi Oleari (Aifo), ha chiesto al Ministro Lollobrigida il rinvio dell’entrata in vigore del decreto:
“Un rinvio sarebbe indispensabile per consentire l’apertura immediata di un tavolo di confronto con tutte le rappresentanze della filiera e individuare insieme soluzioni alternative che, pur tutelando la qualità del prodotto, non compromettano la libertà di mercato e la sostenibilità economica dei frantoi italiani”.
Associazioni come Confagricoltura e ItaliaOlivicola, inoltre, hanno chiesto al Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste l’istituzione di un tavolo tecnico, così da poter rivedere il testo del decreto ed estendere l’esonero già previsto per gli olivicoltori anche a cooperative e OP, e introdurre delle deroghe per i trasporti oltre i 100/200 chilometri.
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