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Allarme mandorle in Puglia: cosa sta succedendo

Coldiretti ha lanciato l'allarme per le mandorle in Puglia: produzione in calo a causa delle gelate di marzo 2025 seguite poi da un periodo di siccità

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Silvio Frantellizzi

Silvio Frantellizzi

Giornalista

Giornalista pubblicista. Da oltre dieci anni si occupa di informazione sul web, scrivendo di sport, attualità, cronaca, motori, spettacolo e videogame.

Pianta di mandorle

Tempi difficili per le mandorle pugliesi: le gelate di marzo, seguite poi da un periodo di siccità, hanno messo a dura prova il comparto che ruota attorno a uno dei prodotti d’eccellenza della regione.

Scatta l’allarme mandorle in Puglia

A lanciare l’allarme è stata Coldiretti Puglia attraverso un lungo comunicato pubblicato sul proprio sito ufficiale. L’organizzazione ha stilato il bilancio della campagna delle mandorle in relazione ai danni causati dalle gelate del mese di marzo del 2025 sui mandorleti del territorio, accertati in maniera tempestiva attraverso i sopralluoghi con i tecnici della Regione, al fine del riconoscimento dello stato di calamità, uno scenario poi aggravato anche dalla siccità.

Il clima è un fattore che incide in maniera incisiva sul raccolto delle mandorle che nel 2025 ha fatto registrare un drastico calo della produzione in media del 60%, raggiungendo anche il 100% in alcune zone a causa delle gelate di marzo. Un grande problema per l’economia regionale se si pensa che le province di Bari e Brindisi trainano la produzione di mandorle con 63.000 e 41.000 quintali.

In generale le mandorle, prodotto d’eccellenza della Puglia, negli ultimi anni stanno soffrendo a causa della siccità e della tropicalizzazione del clima che ha portato anche alla proliferazione dei pappagalli verdi, specie ghiotta proprio di mandorle. Resta sempre attuale, inoltre, l’interesse degli “agropirati” che acquistano prodotti dai Paesi comunitari ed extracomunitari per poi rivenderli in Puglia e in Italia come “made in Italy” a discapito dei consumatori e dei produttori locali.

In Puglia, attualmente, è destinata alla coltivazione del mandorlo una superficie di 17.920 ettari che fornisce una produzione totale di 166.500 quintali di mandorle, oltre il 22% del totale nazionale. In base a un’analisi condotta da parte di Coldiretti sui dati di Ismea-Nielsen, nel 2023 gli italiani hanno acquistato 115.000.000 di chili di mandorle, per una spesa complessiva di 1,1 miliardi di euro. Se si considera anche il prodotto utilizzato dall’industria dolciaria, si sfiorano i 640.000.000 di chili.

La questione dell’indicazione d’origine

Nel lungo comunicato presente sul proprio sito ufficiale, Coldiretti Puglia ha affrontato anche la questione legata all’indicazione d’origine della frutta secca sgusciata: l’obbligo è scattato proprio nel 2025, segnale di trasparenza per un settore che negli ultimi anni ha fatto registrare una forte crescita dei consumi per un patrimonio agroalimentare pugliese a forte rischio per fattori ambientali.

Tuttavia resta ancora anonima l’indicazione della provenienza della frutta secca che viene utilizzata nella preparazione dei dolci, anche se negli ultimi anni è cresciuto sensibilmente il numero dei produttori che decidono di fornire volontariamente le informazioni sull’origine.

Quella dell’etichettatura obbligatoria dei cibi è una battaglia storica di Coldiretti: è stata introdotta per la prima volta nei Paesi dell’Unione Europea nel 2002, dopo l’emergenza della mucca pazza nella carne bovina, con l’obiettivo di garantire la trasparenza attraverso la rintracciabilità, ripristinando così un clima di fiducia nei consumatori.

Molti progressi sono stati fatti da allora, ma resta ancora anonima l’origine dei legumi in scatola, della frutta nella marmellata e nei succhi, del grano impiegato in pane, biscotti e grissini. Coldiretti nel 2024 ha presentato una proposta di legge di iniziativa popolare per rendere obbligatoria l’origine degli ingredienti su tutti gli alimenti in commercio nell’Unione Europea.