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Allarme Cinque Terre: cosa succede e cosa c'entra l'overtourism

Allarme alle Cinque Terre per il calo di presenze: nel giro di un anno sono diminuiti i pernottamenti nelle strutture dei celebri borghi liguri

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Silvio Frantellizzi

Silvio Frantellizzi

Giornalista

Giornalista pubblicista. Da oltre dieci anni si occupa di informazione sul web, scrivendo di sport, attualità, cronaca, motori, spettacolo e videogame.

Suona il campanello d’allarme alle Cinque Terre, dove gli operatori turistici hanno dovuto fare i conti con una flessione dei pernottamenti: si parla di 50.000 presenze in meno rispetto al 2024. Una situazione causata da diversi fattori, come le misure per contrastare l’overtourism che penalizzano chi vuole fermarsi per più giorni, e i grandi tour operator che finiscono per danneggiare le realtà locali.

Allarme alle Cinque Terre, presenze in calo: cosa sta succedendo

Gli ultimi dati messi a disposizione dall’Osservatorio Turistico della Regione Liguria rivelano che tra giugno e agosto del 2025 ci sono stati 50.000 pernottamenti in meno rispetto allo stesso periodo del 2024: cifre che porterebbero a un calo dell’indotto di quasi 10 milioni di euro. Qualcuno ha già definito quella del 2025 come la peggior estate dalla fine della pandemia di Covid-19.

Il presidente del Consorzio Turistico In Manarola, a ‘Repubblica’, ha raccontato come siano cambiate le cosa durante l’estate 2025: “Ci sono state camere vuote persino a Ferragosto. Le misure contro l’eccessivo affollamento avrebbero dovuto colpire le presenze mordi e fuggi, invece questo tipo di visitatori continua ad arrivare, mentre sono mancati i turisti che soggiornano almeno una notte, e che poi sono quelli che spendono alle Cinque Terre. A furia di sentir parlare di overtourism si sono scoraggiati e hanno scelto altre mete”.

Qualcuno, sentendo parlare di calo di presenze, ha pensato che tra le cause potessero esserci gli aumenti delle tariffe, ma Cappellini è stato chiaro: “Non è questo il problema, la flessione è data dal fatto che si è colpita la categoria che, al contrario, si voleva tutelare”.

Il titolare di un’agenzia del comprensorio che va da Monterosso a Riomaggiore ha raccontato: “Gestiamo cinquanta strutture extra alberghiere e il 70% di queste sono alle Cinque Terre. Il calo c’è stato, parliamo dell’estate peggiore dai tempi del Covid. Ha influito sicuramente il contesto internazionale, che ha frenato gli americani, da sempre il nostro primo mercato. Quanto ai fattori locali, i prezzi dei servizi pubblici di certo non invogliano le persone”.

Cinque Terre: da problema a opportunità per il futuro

Quanto successo durante l’estate può trasformarsi da problema in opportunità: a pensarla così è Lorenzo Viviani, il Presidente del Parco delle Cinque Terre, convinto che la flessione possa diventare l’occasione per migliorare in futuro.

“Il turismo non è solo numeri – ha dichiarato Viviani – ma qualità, autenticità, rispetto e valore per le comunità locali. L’attuale flessione può diventare l’occasione per costruire insieme un modello di turismo durevole e rispettoso, il Parco è in ascolto delle istituzioni, delle comunità e delle categorie del settore, a partire proprio dalle guide”.

Il Parco delle Cinque Terre sta per entrare nella terza fase della Carta Europea del Turismo Sostenibile, dedicata ai tour operator: “Lavoreremo per sviluppare un turismo più equilibrato e capace di valorizzare aspetti inesplorati” ha spiegato Viviani.

Nel frattempo le associazioni di guide turistiche della Liguria (Agael, Agtl, Aigae, Alait e Federagit – Confesercenti Liguria) hanno inviato alla Regione, ai Comuni dello Spezzino e del Tigullio e al Parco Nazionale delle Cinque Terre una lettera appello in cui fanno presente l’allarme per la continua flessione dei pernottamenti nelle strutture del territorio.