Questo sito contribuisce all’audience di

Virgilio InItalia

Scoperta l'origine delle ondate di calore nel Mar Mediterraneo

Scoperta l’origine delle ondate di calore nel Mediterraneo grazie a una ricerca del Centro Euro-Mediterraneo per i Cambiamenti Climatici (Cmcc).

Pubblicato:

Martina Bressan

Martina Bressan

SEO copywriter e Web Content Editor

Appassionata di viaggi, di trail running e di yoga, ama scoprire nuovi posti e nuove culture. Curiosa, determinata e intraprendente adora leggere ma soprattutto scrivere.

Negli ultimi anni il Mediterraneo è diventato protagonista di numerosi fenomeni legati ai cambiamenti climatici. Temperature dell’aria sempre più alte, acque sempre più calde e lunghi periodi di siccità hanno reso questo mare una delle zone più attenzionate del pianeta.

Tra i fenomeni più preoccupanti che interessano l’area mediterranea ci sono anche le ondate di calore. Oggi, grazie a una nuova ricerca coordinata dal Centro Euro-Mediterraneo per i Cambiamenti Climatici (Cmcc), gli scienziati hanno finalmente ricostruito il meccanismo di questo fenomeno.

Lo studio che ha rivelato l’origine delle ondate di calore

Le ondate di calore sono venti che alterano gli ecosistemi e che hanno ricadute importanti anche sulla pesca, sul turismo e sulla salute delle popolazioni. Fino a ora si sapeva che le alte temperature fossero connesse a un generale squilibrio del clima, ma non era chiaro cosa innescasse nello specifico le ondate di calore nel Mediterraneo.

Il riscaldamento delle acque mediterranee è accelerato rispetto alla media globale: secondo i climatologi, questo bacino chiuso si scalda circa una volta e mezzo più velocemente rispetto agli oceani. Le conseguenze sono tangibili. Le ondate di calore causano la morte di specie marine, la riduzione dell’ossigeno e maggiore vulnerabilità per habitat delicati come le praterie di Posidonia.

Ma soprattutto contribuiscono a rendere l’atmosfera più instabile, generando fenomeni meteo estremi sempre più frequenti. Uno studio, pubblicato sulla rivista Nature Geoscience e coordinato da Giulia Bonino del Cmcc di Bologna, ha permesso di fare luce su questo processo che interessa ormai ogni estate il Mediterraneo. Gli scienziati hanno così analizzato i dati di 40 anni, dal 1982 al 2022, prendendo in esame più di 120 eventi ondate di calore marine che hanno colpito superfici di oltre 100.000 chilometri quadrati.

La ricerca, ripresa da ‘Ansa’, ha evidenziato che quando i venti si indeboliscono e arriva l’aria calda dei cosiddetti anticicloni africani per più giorni, il mare smette di disperdere calore e le sue acque superficiali si riscaldano rapidamente. Un tempo questo fenomeno compariva con una frequenza di circa due giorni in estate, ma ora sta diventando sempre più frequente.

Le parole degli esperti sulla scoperta nel Mediterraneo

‘Ansa’ ha ripreso le parole dei ricercatori coinvolti nello studio che hanno spiegato l’importanza della scoperta. “Il nostro studio identifica le condizioni favorevoli che portano alle ondate di calore marine e rivela che sono innescate da dorsali subtropicali persistenti che indeboliscono i forti venti nella zona” ha spiegato Ronan McAdam, ricercatore del Cmcc e coautore della ricerca.

La coordinatrice Giulia Bonino ha, invece, aggiunto: “È molto gratificante identificare i meccanismi dietro un fenomeno che studiamo da anni”. Il Mediterraneo, infatti, si riscalda più rapidamente della media globale. Questo significa che le comunità locali e i settori legati a questo mare devono prepararsi a scenari diversi da quelli attuali, compreso un numero sempre maggiore di specie aliene.

McAdam ha sottolineato, inoltre, che i risultati in questione sono importanti ed essenziali “per migliorare i sistemi di previsione e i modelli del sistema Terra, e rappresentano un passo fondamentale verso strategie efficaci di allerta precoce e mitigazione nel bacino”. Sapere con precisione quando un’ondata di calore sta per colpire diventa fondamentale non solo per l’ambiente, ma anche per la sicurezza e per l’economia.