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Neve artificiale portata in elicottero: polemica in Trentino

Polemica in Trentino: diverse associazioni ambientaliste hanno criticato la scelta di trasportare neve artificiale in elicottero per aprire le piste

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Silvio Frantellizzi

Silvio Frantellizzi

Giornalista

Giornalista pubblicista. Da oltre dieci anni si occupa di informazione sul web, scrivendo di sport, attualità, cronaca, motori, spettacolo e videogame.

Monte Bondone

Polemica in Trentino per la decisione di trasportare neve artificiale in elicottero, al fine di aprire le piste di cima Palon. Le associazioni ambientaliste hanno criticato la scelta della società che gestisce gli impianti del Monte Bondone.

Neve artificiale portata in elicottero sulle piste: polemica in Trentino

Dodici associazioni hanno manifestato il proprio dissenso riguardo l’utilizzo dell’elicottero sul Monte Bondone per trasportare la neve in quota e completare così la preparazione dei tracciati in modo tale da aprire le piste da sci sul Palon.

“Un’operazione che è il simbolo lampante di un modello che cerca di forzare la montagna oltre i suoi limiti naturali, ignorando il contesto climatico in cui ormai viviamo – il commento delle associazioni riportato da ‘Il Dolomiti’ – sono state effettuate oltre quaranta rotazioni in elicottero per trasportare neve artificiale sulla parte alta del Palon”.

Le associazioni che hanno mandato il messaggio contrario nei confronti della neve artificiale in Trentino sono: Extinction Rebellion Trentino, Wwf Trentino Alto Adige, Circolo di Trento di Legambiente, Rete Climatica Trentina, Italia Nostra – sezione trentina, Lipu sezione di Trento, Associazione per l’Ecologia, Yaku, L’Ortazzo, Enpa del Trentino sezione di Rovereto, Acque Trentine, Mountain Wilderness Italia.

Nel manifestare la propria contrarietà in seguito a quanto successo, le associazioni hanno inoltre fatto presente che l’intervento in Trentino “è durato quasi 4 ore e ha comportato l’emissione in atmosfera di almeno una tonnellata e mezzo di anidride carbonica, mentre il clima cambia sotto i nostri occhi (oggi lo zero termico ha toccato i 3.500 metri), la risposta non può essere quella di bruciare carburante per trasportare neve artificiale su una montagna che, semplicemente, in quelle condizioni non può garantire ciò che garantiva un tempo”.

La risposta alle associazioni

La risposta alle associazioni riguardo l’utilizzo dell’elicottero per spostare la neve in quota e aprire le piste del Palon è arrivata da Fulvio Rigotti, Presidente di Trento Funivie, società che gestisce gli impianti del Monte Bondone: “Non c’è stata altra scelta per alcune condizioni particolari che si sono verificate negli scorsi giorni – si legge su ‘Il Dolomiti’ – abbiamo salvaguardato l’indotto della montagna. I danni economici per la destinazione sarebbero stati molto maggiori e prolungati nel tempo”.

E ancora: “Le piste erano praticamente perfette e tutto era pronto per avviare la stagione. Tuttavia le forti raffiche di vento hanno rovinato e scoperto un centinaio di metri di pista. Non si è potuto utilizzare i cannoni perché la neve non riusciva a depositarsi e veniva a sua volta portata via”.

Rigotti ha proseguito spiegando: “Trasportare la neve accumulata dal Canalon al Palon avrebbe richiesto troppo tempo e numerosi viaggi. In questa situazione di emergenza e nella necessità tanto di rispettare gli accordi quanto di avere un’offerta di livello per il ponte dell’Immacolata, si è reso necessario utilizzare l’elicottero”.

Il Presidente di Trento Funivie ha inoltre dichiarato: “Il costo dell’elicottero per un paio di ore di volo e di trasporto neve è stato di circa 6.000 euro, a fronte di un danno quantificato in oltre mezzo milione tra skipass e indotto generale di questo fine settimana, senza dimenticare che il bar in cima sarebbe rimasto chiuso. Una valutazione che non ci ha lasciato dubbi sull’opportunità di usare un mezzo da lavoro, come avviene in tantissimi altri casi per sopperire alle esigenze sulla montagna. Un discorso che non è tanto diverso dal trasporto di altri materiali in quota”.