Tra i monumenti abbandonati più belli del mondo c’è anche la Valle dei Mulini di Sorrento
Condé Nast Traveller ha selezionato alcuni dei più bei luoghi del mondo abbandonati, c'è anche la Valle dei Mulini di Sorrento
I luoghi abbandonati che costellano il nostro pianeta conservano barlumi di mistero sorprendenti. Che si tratti di una vecchio borgo abbandonato in Sud America all’incedere del tempo o di una bellissima stazione della metropolitana custodita dalle viscere di New York, ogni luogo dimenticato è come una fotografia della storia congelata nel tempo.
Condé Nast Traveller, noto magazine di viaggi rinomato in tutto il mondo, ha selezionato una serie di luoghi abbandonati che vale la pena visitare. Tra le location lasciate allo scorrere del tempo, illuminati da una luce polverosa che fa capolino da vetri rotti e vecchi rottami, la rivista americana ha selezionato anche un luogo italiano. Si tratta della Valle dei Mulini (Valley of the Mills in inglese) un vecchio borgo ormai quasi dimenticato che si trova a Sorrento, a poca distanza dalle mirabolanti località della Costiera Amalfitana e a poche decine di minuti di treno dal centro di Napoli.
Il borgo è situato in un profondo crepaccio scaturito da un terremoto che devastò la zona un periodo che si perde tra le pieghe del tempo. Nonostante gli edifici della Valle dei Mulini appaiono relativamente moderni, buona parte delle case fu realizzata già a partire dal tredicesimo secolo, in pietra. Soprattutto i vecchi mulini, i più antichi della complessa rete di edifici abbandonati.
Il sito è stato abitato fino al 1866 quando buona parte della popolazione iniziò a trasferirsi più in superficie dopo la costruzione di Piazza Tasso, subito sopra la gola. Un luogo più soleggiato e meno umido che convinse, pian piano, molte persone ad abbandonare gli antichi edifici.
Nel corso degli anni, a causa della mancata manutenzione, le antiche case vennero rapidamente ricoperte dalla vegetazione, donando un aspetto sempre più incantato al borgo costruito nell’umido crepaccio. La fitta vegetazione, che tutt’oggi pervade ogni anfratto dei vecchi edifici fa sembrare il luogo, disabitato da poco più di un secolo, abbandonato da più di un millennio e protetto dalle mani del tempo da un periodo immemore.
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