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Le password più usate in Italia: dalle squadre alle bestemmie

Le password più usate dagli italiani rivelano abitudini digitali inusuali e mostrano tendenze ricorrenti che incidono sulla sicurezza online

Pubblicato:

Valentina Alfarano

Valentina Alfarano

Editor & Coach Letterario

Lavorare con le storie è la mia missione! Specializzata in storytelling di viaggi, lavoro come editor di narrativa e coach di scrittura creativa.

Password più usate Italia

Un nuovo report internazionale ha tracciato una mappa insolita delle password più usate dagli italiani rivelando un panorama che mescola abitudini quotidiane, pigrizia digitale e qualche sorpresa… folkloristica! I dati hanno messo in evidenza tendenze ricorrenti che, se da un lato fanno sorridere, dall’altro suggeriscono una certa leggerezza nel proteggere i propri profili online; il risultato finale ha mostrato come preferenze culturali, tic linguistici e sequenze elementari convivessero nella stessa classifica e ha generato un quadro tanto curioso quanto preoccupante.

Quali sono le password più scelte dagli italiani

Secondo l’analisi, tra le combinazioni più comuni compaiono sequenze numeriche basilari come “123456”, varianti brevi come “12345” e parole generiche come “password” o “admin”, tutte considerate estremamente deboli dagli esperti del settore.

A occupare un posto rilevante ci sono anche riferimenti calcistici: termini come “juventus” o “napoli” continuano a presentarsi con frequenza, segno di quanto il tifo influenzi persino la vita digitale.

Una delle peculiarità più evidenti riguarda inoltre l’uso di volgarità,quali parolacce e bestemmie, inserite come chiavi d’accesso con una diffusione superiore rispetto alla media di altri Paesi analizzati, confermando l’impatto della componente culturale.

Quasi un terzo delle password analizzate risulta composto da numeri in ordine crescente, una struttura intuitiva che facilita enormemente il lavoro degli strumenti di attacco automatico. Questa semplicità renderebbe gli account particolarmente vulnerabili, poiché facilmente intercettabili dai sistemi che testano in pochi secondi le combinazioni più ovvie.

Password rischiose e come proteggersi

Il report spiega che tali chiavi vengono individuate analizzando archivi provenienti da violazioni, database pubblici e materiali circolanti nel dark web, offrendo una fotografia autentica delle abitudini italiane e delle loro principali debolezze digitali.

Le combinazioni più diffuse risultano particolarmente esposte ai tentativi di intrusione: molti attacchi informatici, infatti, utilizzano software capaci di verificare rapidamente le parole più comuni o già note grazie a precedenti violazioni.

Se una password corrisponde a una di quelle presenti negli elenchi reperiti sul web sommerso, le probabilità di accesso illecito aumentano sensibilmente. Una volta ottenuto il controllo di un profilo, gli aggressori possono sottrarre dati personali, recuperare conversazioni, effettuare acquisti fraudolenti o provare ad accedere a servizi collegati, con conseguenze potenzialmente molto serie.

Gli specialisti della sicurezza digitale suggeriscono diverse strategie per ridurre il rischio. Una delle raccomandazioni principali riguarda la creazione di password lunghe e articolate, composte da lettere maiuscole, minuscole, numeri e simboli.

Un’alternativa più semplice da ricordare consiste nella creazione di frasi-password, formate da parole accostate che, pur essendo memorizzabili, risultano più complesse per gli attacchi automatici. Gli esperti insistono anche sull’importanza di non riutilizzare la stessa chiave su più piattaforme, pratica ancora molto diffusa, poiché un singolo furto può compromettere in cascata email, social, servizi online e perfino conti collegati.

Un ulteriore livello di protezione è garantito dall’autenticazione a più fattori, che richiede un codice aggiuntivo oltre alla password e introduce uno strato di sicurezza più difficile da aggirare. Infine, viene consigliato l’utilizzo di un password manager, utile per generare combinazioni robuste e conservarle in modo sicuro senza doverle memorizzare manualmente.

Tutti strumenti che, secondo gli analisti, contribuiscono a ridurre in maniera significativa la vulnerabilità degli utenti, soprattutto in un Paese dove le scelte deboli continuano a essere molto diffuse e dove la cultura della sicurezza informatica procede con lentezza.