Caso crociere a Trieste come a Venezia: cosa sta succedendo
La città di Trieste si trova a dover affrontare una situazione del tutto nuova: sono sempre di più le crociere che attraccano al porto triestino

Trieste, città di confine affacciata sull’Adriatico e storicamente crocevia di culture, sta vivendo un momento di grande trasformazione. Un tempo meta poco nota ai grandi flussi turistici, Trieste oggi è diventata una località molto frequentata dai crocieristi. Molti di questi, però, non rimangono a lungo in città e poi si spostano a Venezia. Trieste, infatti, è distante appena due ore di autobus da Venezia ed è diventata per questo uno scalo privilegiato. Ma questo di boom non è visto da tutti in maniera positiva
Numeri in crescita per le crociere in arrivo a Trieste
Il fenomeno dell’aumento di arrivi delle navi da crociera a Trieste non è passato inosservato nemmeno sulla stampa internazionale. Il ‘New York Times’, in un articolo firmato dalla giornalista Shannon Sims, ha descritto la nuova realtà di Trieste: “Le navi da crociera attraccano accanto a Piazza Unità d’Italia, scaricando i loro passeggeri nel cuore della città e rendendo così impossibile ignorarne la crescente influenza”.
Una fotografia che ha acceso i riflettori sul futuro della città, divisa tra opportunità economiche e rischio di overtourism. A determinare questo cambio di rotta e questo aumento negli arrivi è stata in particolare la decisione da parte della città di Venezia di vietare l’attracco delle grandi navi da crociera in laguna, per proteggere i bassi fondali e un ecosistema già fragile.
I dati parlano chiaro: nel 2019 Trieste registrava circa 177.000 arrivi di crocieristi, un numero ancora contenuto. Ma già nel 2022 gli sbarchi erano saliti a 425.000. Nel 2023 la cifra ha superato il mezzo milione e, nonostante nel 2025 sia previsto un calo nel numero di navi, quelle che approderanno trasporteranno un numero maggiore di passeggeri. Un dettaglio significativo riguarda anche la comunicazione delle compagnie.
Sempre più spesso, gli itinerari pubblicizzati come “Venezia” includono in realtà lo scalo di Trieste. Ad esempio, sono sempre di più le compagnie che promuovono pacchetti con la dicitura “Venice (Trieste)” come tappa. Per i passeggeri questo tour significa spesso una rapida passeggiata per le vie del centro triestino prima di salire su un autobus diretto verso Venezia.
Le opinioni contrastanti dei triestini sul tema
Le reazioni dei triestini su questi dati sono contrastanti. Trieste si trova, infatti, davanti a un momento cruciale. Secondo alcuni il rischio è quello di trasformarsi come Venezia, ovvero una destinazione travolta da un turismo mordi e fuggi che lascia poco alla città. Da un’altra parte c’è chi vede in questo boom un’occasione unica di rilancio.
Molti commercianti del centro, dai bar storici alle piccole botteghe, registrano incassi in crescita. Trieste è sempre stata famosa per i suoi eleganti caffè e per essere la prima città in Italia dove è stato aperto un Caffè Sacher. ‘La Repubblica’ ha riportato le parole di soddisfazione del sindaco di Trieste Roberto Dipiazza che si è espresso in modo favorevole: “Anche se i crocieristi prendono solo un caffè, questo si chiama business, e noi lo accogliamo con favore. Un caffè conta.”
A lui ha fatto eco Riccardo Faggiotto, titolare del celebre Caffè degli Specchi, che ha commentato: “Stiamo ricevendo esponenzialmente più clienti ogni anno, quindi siamo felici.” Dall’altra parte, però, emergono preoccupazioni concrete. Giulia Massolino, consigliera regionale del Patto per l’Autonomia e fondatrice del movimento civico Adesso Trieste, ha sottolineato i rischi di questa situazione.
Le sue parole ricche di perplessità in merito sono state riprese sempre da ‘La Repubblica’: “L’aumento dei costi delle case, le imprese espulse a favore di negozi orientati al turismo, lo spostamento dei residenti dal centro storico e l’inquinamento delle navi da crociera sono alcuni dei problemi che questo picco di presenze potrebbe portare.”
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