La storia della Casa del Jazz a Roma, confiscata alla malavita
La villa che oggi ospita la Casa del Jazz a Roma, situata all'interno di uno splendido parco pubblico, venne sequestrata alla mafia: ecco la storia
Oggi è considerata il simbolo della rinascita culturale di Roma, ma anche della lotta contro le mafie: la Casa del Jazz, uno dei più importanti e poliedrici spazi musicali della capitale, è ospitata all’interno di un ampio parco pubblico ed è costituita da tre edifici distinti. Il polo principale è una villa confiscata alla malavita, ora di proprietà del Comune di Roma, che fa da sede al progetto Casa del Jazz, fortemente voluto dal sindaco Veltroni. Scopriamo la storia di questo luogo ricco di cultura.
La Casa del Jazz confiscata alla malavita
La Casa del Jazz è tornata agli onori delle cronache nel novembre 2025, grazie ad una svolta nelle indagini sulla scomparsa del giudice Paolo Adinolfi, risalente a 29 anni prima. La misteriosa vicenda sembra essere strettamente legata alla storia stessa della Casa del Jazz, che nasce da un progetto di recupero dei beni confiscati alla mafia. Il complesso polifunzionale, che oggi è costituito da tre edifici ospitati all’interno di un grande parco pubblico, ha come sede principale una villa che è appartenuta per anni alla malavita.
La residenza, costruita verso la fine degli anni ’30 sulle rovine di un casale seicentesco, vide la luce per volere di Arturo Osio, socio fondatore della Banca Nazionale del Lavoro. Fu però negli anni ’80 che Villa Osio – dal nome del suo primo proprietario – venne acquistata da Enrico Nicoletti, in seguito arrestato per svariati reati e accusato di essere il cassiere della banda della Magliana. Numerosi gli interventi strutturali che in quel periodo vennero effettuati sulla villa, tanto da esserne profondamente modificata. Nel novembre 1996, la dimora venne sottoposta a sequestro e, nel febbraio 2001, confiscata in via definitiva.
Pochi mesi dopo la confisca, la villa venne assegnata al Comune di Roma in base ad una normativa che dispone della gestione e della destinazione dei beni appartenuti alle mafie: l’allora sindaco Walter Veltroni, in collaborazione con l’associazione Libera di Don Ciotti, sostenne il progetto Casa del Jazz per donare alla comunità uno spazio dedicato alla cultura. Il parco venne inaugurato nell’aprile 2005, gestito dall’Azienda speciale Palaexpo e affidato alla direzione di Luciano Linzi. In ricordo del suo passato, all’ingresso della Casa del Jazz fu posta una stele con i nomi delle 683 vittime della mafia dal 1893 al 2005.
Il parco pubblico della Casa del Jazz
La Casa del Jazz è un complesso polifuzionale situato a pochi passi dalla stazione di Roma Ostiense, nell’area sud della capitale. L’ingresso, posto su Viale di Porta Ardeatina, conduce all’interno del parco pubblico che ospita i tre edifici del complesso. La struttura principale, costituita da Villa Osio, accoglie un auditorium multifunzionale di 150 posti dedicato ad Armando Trovajoli, che funge da palco per concerti dal vivo, proiezioni, guide all’ascolto e conferenze. Nello stesso edificio sono inoltre presenti una mediateca, una biblioteca, una libreria e una caffetteria.
Le altre due strutture ospitano rispettivamente una sala di prova e registrazione, allestita accanto alla foresteria ad uso dei musicisti, e un ristorante. Tra i progetti più interessanti che hanno sede alla Casa del Jazz, spicca sicuramente la Jazz Campus Orchestra: diretta da Massimo Nunzi, accoglie giovani artisti dai 7 ai 14 anni con l’obiettivo di sviluppare in loro l’interesse verso uno stile musicale che negli ultimi anni è tornato a fiorire.
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