Dopo l'alluvione in Emilia Romagna la frutta rischia di sparire
Tanta frutta e verdura rischia di diventare introvabile sugli scaffali dei supermercati italiani a causa dell’alluvione che ha colpito l’Emilia Romagna: a lanciare l’allarme è Coldiretti.
Oltre agli operatori locali, le conseguenze del maltempo sono destinate a ripercuotersi in maniera negativa su tutto il settore agroalimentare italiano, toccando anche quello della distribuzione. Si annuncia un incremento dei prezzi che già prima dell’alluvione erano saliti del 7,6%: la calamità naturale farà innalzare ulteriormente i costi delle materie prime.
L’alluvione in Emilia Romagna ha già distrutto molti prodotti di stagione come le pere, le mele, le susine e i kiwi: si tratta di frutta in piena fase di maturazione che era pronta per il raccolto e per essere poi venduta. Con la carenza di prodotti e la generale diminuzione della quantità di frutta e di verdura, si assisterà a un fisiologico incremento dei costi per i consumatori finali.
L’Emilia Romagna è una terra piena di raccolti: come riferito da Carlo Carli, il presidente di Confagricoltura Forlì-Cesena e Rimini, solo i raccolti di quella zona della Romagna subiranno dei danni superiori a 1,5 miliardi di euro e bisognerà attendere quattro o cinque anni per tornare alla piena produzione.
In generale, riferisce Coldiretti, il raccolto della frutta sarà compromesso in tutta la Regione per i prossimi quattro o cinque anni, in quanto l’acqua rimasta nei frutteti ha danneggiato le radici degli alberi. A rischio anche oltre 50 mila posti di lavoro tra agricoltori e lavoratori dipendenti attivi nelle campagne, nelle industrie e nelle cooperative. Insieme alla frutta, a rischio anche verdura e cereali: è consistente, infatti, la produzione persa di mais, orzo, girasole, erba medica, soia e bietole.
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