L'Acciuga di Sciacca è a rischio, scatta l'allarme
Scatta l'allarme per le acciughe di Sciacca che sembrano essere a rischio a causa dell'aumento delle temperature delle acque del Mediterraneo
La città di Sciacca, da secoli legata alla pesca, oggi lancia un grido d’allarme: l’acciuga, simbolo dell’economia locale, è a rischio. A pesare sulla situazione soprattutto il cambiamento climatico al quale si aggiungono problemi come l’aumento del prezzo del gasolio, i conflitti internazionali che pesano sulla catena di approvvigionamento e la cronica mancanza di manodopera.
Allarme per l’acciuga di Sciacca
Sciacca si trova sulla costa sud-occidentale della Sicilia in provincia di Agrigento. È una città affacciata sul Mar Mediterraneo nota per le sue terme, il suo storico Carnevale, la ceramica artigianale e il porto peschereccio, uno dei più importanti della regione. Da qui proviene, inoltre, la famosa acciuga di Sciacca, prodotto prelibato e famoso anche fuori dai confini nazionali. Il futuro dell’acciuga di Sciacca, però, come quello di altre acciughe del Mar Mediterraneo sembra essere sempre più incerto.
Ancora una volta la causa di questo cambiamento sembra essere l’innalzarsi delle temperature delle acque che sconvolge l’ecosistema marino. Con un incremento medio di due gradi nella temperatura del mare, l’acciuga tende a spostarsi verso aree più fresche. Basti pensare che, secondo quanto riporta ‘Gambero Rosso’, fino a quindici anni fa il 40% dell’acciuga mediterranea veniva pescata in queste acque; oggi la quota si è ridotta al 10-15%, con il resto delle forniture che proviene da Tunisia, Croazia e Albania.
Il progressivo calo delle catture di acciughe mette in crisi non solo i pescatori ma un intero comparto che ruota attorno al pesce azzurro. Secondo quanto riporta ‘Gambero Rosso’ a Sciacca operano tre cooperative di pesca e circa 120 imbarcazioni, di cui 90 di grandi dimensioni, ma i segnali sono tutt’altro che incoraggianti.
Calogero Bono, responsabile amministrativo della cooperativa “Madonna del Soccorso”, sottolinea la gravità del momento e le sue preoccupazioni. Le sue dichiarazioni in merito sono state riprese sempre da ‘Gambero Rosso’: “Oggi la difficoltà maggiore è quella di pescare il pesce azzurro, tra cambiamento climatico e paletti imposti dall’Unione Europea. Ci sono circa quarantacinque richieste di demolizione di imbarcazioni che evidenziano lo stato di sofferenza della nostra pesca.”
Secondo le stime più recenti, il comparto a Sciacca vale circa 20 milioni di euro l’anno. Un giro d’affari importante che però rischia di ridimensionarsi drasticamente senza interventi mirati. La richiesta degli operatori è chiara: finanziamenti regionali per la ricerca, sostegni concreti alle imprese e maggiore attenzione verso un patrimonio che non è solo economico ma anche culturale e identitario. In Sicilia, inoltre, questo non è il primo allarme che viene lanciato per problemi legati alla pesca che risulta in drastico calo.
Acciuga di Sciacca: perché è speciale e pregiata
L’acciuga di Sciacca è da tempo considerata un’eccellenza gastronomica. La specie è la Engraulis encrasicolus e vanta caratteristiche che la rendono unica. Ricca di proteine nobili, omega-3, vitamina D, calcio e ferro, è un alimento nutriente e salutare. Al gusto unisce freschezza e sapidità, risultando delicata quando consumata appena pescata, ma intensa e ricca di umami quando trasformata sotto sale o sott’olio.
A Sciacca la tradizione della lavorazione è secolare. Oggi le aziende che si occupano della trasformazione sono solo undici, contro le quaranta attive quindici anni fa, ma rappresentano ancora un pilastro dell’economia locale con un fatturato complessivo di circa 20 milioni di euro.
Le acciughe vengono lavorate artigianalmente: decapitate ed eviscerate a mano, salate con il sale marino di Trapani e lasciate maturare per un periodo che può variare dai sei mesi a un anno. Tra i clienti figurano anche ristoranti stellati e brand di lusso come Armani e Osteria Gucci ma anche paesi come Giappone e Stati Uniti.
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