In Romagna il granchio blu è arrivato in spiaggia: "Invasione"
Il granchio blu torna a far parlare di sé, stavolta con una novità: moltissimi esemplari sono arrivati sino alla spiaggia, lungo le coste della Romagna.
Ormai diversi anni fa il granchio blu è approdato nei mari italiani, dove ha trovato rapida diffusione grazie ad un clima sempre più caldo. Durante le stagioni passate, l’invasione di questa specie aliena ha causato gravissimi problemi alla pesca e all’allevamento di molluschi, mettendo in crisi il settore ittico. Ora, sul finire di un’estate rovente, decine di esemplari hanno trovato il modo di raggiungere addirittura la spiaggia, invadendo le coste della Romagna. Ecco che cos’è successo.
Romagna, il granchio blu invade la spiaggia
Negli ultimi giorni, i bagnanti che volevano concedersi un ultimo tuffo prima della fine dell’estate hanno in larga parte deciso di rinunciare. Succede in Romagna, dove lungo le coste sta accadendo qualcosa di particolare: è proprio qui che il granchio blu, negli scorsi anni, ha subito una rapida diffusione che ha messo a dura prova il settore della pesca. Ora i crostacei importati dall’Atlantico non si limitano più a fare danni alle reti dei pescatori e a predare le specie nostrane, bensì raggiungono persino la spiaggia.
Decine e decine di esemplari sono stati avvistati tra Marina di Ravenna e Punta Marina, a Ferrara, a Lido di Volano e a Lido di Spina. I granchi blu hanno invaso la riva, intimorendo i bagnanti con le loro dimensioni notevoli e le loro chele giganti. Questi crostacei prediligono solitamente le acque salmastre, quindi hanno trovato ampia diffusione soprattutto lungo il delta del Po e in prossimità dei laghi. Appartengono ad una specie aliena, ovvero proveniente da un’altra regione del mondo (in questo caso si tratta dell’Atlantico), e per questo motivo non hanno predatori naturali.
Non c’è animale che, lungo l’Adriatico, sia in grado di competere con le chele portentose del granchio blu. Per questo motivo, la sua presenza nei mari italiani è diventata una vera e propria emergenza: questi granchi riescono a rompere le reti dei pescatori, si cibano delle uova deposte da altri pesci e fanno razzia negli allevamenti di molluschi. Insomma, una vera e propria strage che ha già creato grandissime difficoltà all’economia locale, sia in Emilia Romagna che in Veneto. Colpa, in gran parte, del cambiamento climatico che ha reso le nostre acque calde al punto giusto da accogliere questa e altre specie ittiche provenienti da mari lontani.
I provvedimenti per arginare la diffusione del granchio blu
L’invasione delle spiagge da parte del granchio blu ha fatto scattare l’allarme del commissario speciale Enrico Caterino, nominato lo scorso anno proprio per fronteggiare l’emergenza. “Sono stato informato di questa presenza massiccia nel ferrarese e nel ravennate e ho subito attivato la struttura commissariale. L’Ispra, l’istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, si sta attivando per i sopralluoghi di rito. Valuteremo l’impatto del fenomeno, le cause e la sua possibile soluzione” – ha affermato Caterino.
Intanto procede senza intoppi la campagna di cattura che ha preso il via lo scorso aprile, lungo le coste di Emilia Romagna e Veneto. In questi mesi sono state raccolte oltre 2mila tonnellate di granchi blu, la maggior parte delle quali sono destinate allo smaltimento. Solo il 20% degli esemplari catturati sarà commercializzato: il granchio blu è infatti una prelibatezza raffinata, e la sua vendita può rivelarsi “un’opportunità per trasformare un problema in una risorsa, in questo caso gastronomica”.
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